I comuni possono assumere professionisti per la realizzazione dei progetti finanziati dal Pnrr, e la novità risiede nel fatto che possono fare assunzioni anche i comuni che devono riequilibrare i propri bilanci, in deroga alle regole sul contenimento delle spese nel pubblico impiego. È la legge 233/2021 che concede la deroga e che convertite il Decreto “Pnrr” del Governo Draghi.

Cosa prevede la legge

La legge mette insieme alcune semplificazioni e stanzia risorse per consentire ai comuni anche siciliani, soprattutto i più piccoli, di assumere nuovo personale non rallentare l’attuazione del Piano di riprese post Covid.
I grandi comuni, con popolazione superiore a 250mila abitanti, possono conferire incarichi di consulenza e collaborazione a esperti qualificati. Ciascun Comune può conferire fino a 15 incarichi, per un importo massimo di 30mila euro lordi annui ciascuno e fino a una spesa complessiva di 300mila euro l’anno. Gli incarichi possono durare al massimo fino al 31 dicembre 2026. In ogni caso, cessano automaticamente con la fine del mandato amministrativo del soggetto politico che li conferisce. Gli Enti dovranno far fronte a queste spese con risorse proprie, fermo restando il rispetto dell’equilibrio pluriennale di bilancio.

Assunzioni anche in predissesto

I Comuni con una popolazione superiore ai 250mila abitanti, che si trovano in una condizione di “predissesto”, possono potenziare l’organico degli uffici alle dirette dipendenze del sindaco o degli assessori. Le spese sono a carico dei bilanci dell’ente e non possono superare l’80% della spesa sostenuta allo stesso scopo nell’ultimo rendiconto precedente all’avvio della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale.

La deroga anche per i comuni in rosso

I Comuni possono assumere personale non dirigenziale con contratto a tempo determinato per un periodo anche superiore a 36 mesi, ma non eccedente la durata di completamento del PNRR, e comunque non oltre il 31 dicembre 2026. Le assunzioni possono derogare alle norme sul contenimento delle spese in materia d’impiego pubblico. La norma, che risponde alle richieste dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), vale anche per i Comuni strutturalmente deficitari o sottoposti a procedura di riequilibrio finanziario pluriennale o in dissesto finanziario. Per i Comuni più piccoli, con meno di 5mila abitanti, il Governo ha pensato a un fondo da 150 milioni di euro.