• Approvata dalla commissione Lavoro dell’Ars la proroga per gli Asu
  • Garantirà la prosecuzione delle attività dei 4.571 lavoratori
  • Scavone: “Obiettivo stabilizzazione”

Primo passo all’Ars per garantire la prosecuzione delle attività dei 4.571 lavoratori Asu. La proroga fino al 31 dicembre 2023, inserita nel disegno di legge sulla variazione al bilancio della Regione per il triennio 2021-2023, è stata approvata dalla commissione Lavoro dell’Ars. Ne dà notizia l’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, che sta seguendo con attenzione, per il governo Musumeci, la vicenda degli Asu.

Obiettivo stabilizzazione

Scavone è impegnato a raggiungere l’obiettivo della stabilizzazione di questo bacino di lavoratori, impiegati da oltre vent’anni negli enti locali siciliani. Una stabilizzazione che è prevista da una specifica norma regionale, l’articolo 36 della legge regionale 9 del 2021, poi impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Ok dalla Commissione Lavoro Ars

Dopo il via libera della quinta commissione, il dirigente generale del dipartimento Lavoro, Gaetano Sciacca, ha relazionato in commissione Bilancio, che dovrà pronunciarsi sulla copertura finanziaria. La proroga prevede lo stanziamento di 54 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2022 e 2023.

Entro Natale il bonus di mille euro

«Siamo impegnati nel salvaguardare questa platea di lavoratori – sottolinea l’assessore Scavone – che, oltre al sussidio, entro Natale riceveranno anche il bonus di mille euro previsto per l’emergenza Covid. Abbiamo registrato finalmente un’apertura del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, con la disponibilità a istituire un tavolo tecnico Governo-Regione, da avviare subito dopo le festività, per risolvere la questione degli Asu. Inoltre, la norma approvata in commissione Lavoro prevede di pagare le residue mensilità arretrate ai lavoratori della ex Pumex».

La Pumex di Lipari, che esportava la pietra pomice in tutto il mondo, chiuse i battenti nel 1995, dopo che le Eolie furono dichiarate “Patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco, proprio per evitare che la bianca montagna si continuasse a tagliare a fette. I 31 lavoratori passarono così alla Resais.

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