Una petizione contro gli aumenti dei stipendi del deputati siciliani. A lanciarla è un gruppo di giovani di Italia Viva, che definiscono tutto questo “uno schiaffo ai siciliani”. Una petizione che in poco temp ha raggiunto 1000 firme. E le polemiche, dunque, continuano.

La petizione

“I deputati siciliani si sono aumentati lo stipendio di un importo superiore alla retribuzione di uno stagista in Italia. L’aumento di 900 euro per ogni deputato e’ uno schiaffo ai siciliani, in particolare ai giovani”; scrivono Valentina, Cristina, Giuseppe, Manuel e Giuseppe, giovani siciliani che, scrivono, “non ci stanno ad essere presi in giro da chi dovrebbe rappresentare le istituzioni e lavorare per l’interesse comune, siamo professionisti, imprenditori, che hanno il diritto di poter vivere nella propria terra in condizioni normali: servizi, opportunità di crescita lavorativa, possibilità, infrastrutture, è questo che vogliamo.

“Ci appelliamo a tutti, giovani e non, siciliani e non, di ogni partito politico, associazione, categoria per sostenere la nostra petizione e bloccare questo orrore”, conclude la nota. (Per firmare la petizione: https://www.italiaviva.it/stop_aumento_stipendi_deputati_regionali_sicilia)

Per la rinuncia serve una legge

“Non è ammessa la rinuncia delle indennità, o di una frazione delle stesse, da parte dei deputati”. Le lettere che pure nei giorni scorsi sono arrivate alla ragioneria dell’Ars hanno la valenza di una dichiarazione d’intenti, ma non producono effetti concreti. Tutti i 70 deputati regionali riceveranno già a febbraio 890 euro di adeguamento Istat alle loro indennità. Per rinunciarci, servirebbe una legge ad hoc. Sulla carta, in molti vorrebbero rinunciare, ma paradossi dei paradossi, non si può fare nemmeno questo.

La fiera dell’ipocrisia

Stop alla fiera dell’ipocrisia nella vicenda degli aumenti di stipendio da quasi 900 euro ai deputati Ars. Tutti sapevano da settimane che nei conti interni dell’Ars c’era l’aumento e tutti sapevano che la revisione degli emolumenti era prevista dalla legge. Allo stesso modo tutti hanno detto sì o comunque non si sono opposti fino a quando la vicenda non è venuta a galla finendo sui giornali.

La ricostruzione

A ricostruire il percorso che ha portato all’aumento degli stipendi è il deputato Pd Nello Dipasquale “L’adeguamento delle indennità dei deputati Ars in base all’aumento del costo della vita indicato dall’Istat non è stato deciso dal Consiglio di presidenza ma è frutto di una previsione di legge del 2014. Quella legge prevede che l’indennità sia soggetta ad adeguamento secondo la variazione dell’indice Istat del costo della vita. Tutti i deputati erano a conoscenza di quei numeri dal momento che il bilancio interno dell’Assemblea è stato votato dall’Aula” Di fatto solo chi non voleva saperlo non lo sapeva. Era tutto nelle carte e nessuno si è opposto

C’è chi ha fatto finta di nulla e chi vota senza sapere cosa approva

“Il Consiglio di presidenza non ha deciso nulla – chiarisce Dipasquale – e quelle somme inserite nei capitoli di bilancio erano ben visibili a tutti, anche a chi oggi gioca allo scaricabarile, a meno che qualcuno non vada in Aula e voti con gli occhi chiusi e senza conoscere i documenti”.

 

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