Tirocinanti senza rimborso e senza proposte di lavoro. Accade in Sicilia, e i protagonisti di quella che ormai è diventata una sorta di beffa, se non una telenovela, sono i tirocinanti dell’Avviso 22 della Regione siciliana che ancora attendono di essere pagati dalla stessa. Di loro vi abbiamo parlato più volte in questi mesi.
I tirocinanti, adesso, sono davvero stanchi di aspettare e hanno perso la pazienza.
E dire che l’Avviso 22, nelle intenzioni della Regione, era una iniziativa definibile lodevole.
Tirocini formativi di 6 mesi, per giovani disoccupati siciliani, che avrebbero dovuto percepire 500 euro al mese.
Ebbene, molti tirocinanti non hanno ancora ‘visto’ un solo euro.

Intrappolati nella burocrazia

Della vicenda si è occupata anche Stefania Petyx, inviata del programma televisivo “Striscia La Notizia”, che ha raccolto gli sfoghi di alcuni tirocinanti. Nonostante la loro esperienza presso le aziende si sia conclusa ormai un anno fa sono ancora in attesa delle indennità che gli spettano.
Ancora un anno fa, sempre attraverso le telecamere di Striscia La Notizia, l’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali, Antonio Scavone, aveva chiesto scusa ai tirocinanti promettendo una accelerazione dei pagamenti, che però sono andati avanti sempre con il contagocce. Motivo per cui Petyx ha chiesto a Scavone, nuovamente, una spiegazione in merito a questa incresciosa situazione.

Cosa ha detto l’assessore Scavone

In occasione del servizio andato in onda su Canale 5 l’8 gennaio, l’assessore Scavone ha dichiarato: “Quando ci sono delle buone iniziative l’Europa ci sostiene e ci dà i soldi, però l’Europa pretende che le cose siano fatte per bene, e che sia fatto per bene il rendiconto di tutto ciò che abbiamo sviluppato. Questo è il problema dell’Avviso 22. I tirocini sono stati un’ottima iniziativa per i nostri ragazzi, purtroppo alcuni di questi sono rimasti incagliati in una storia di ordinario disordine per cui le Apl (agenzie per il lavoro, ndr) o le aziende che hanno fatto lavorare i ragazzi non hanno prodotto correttamente la documentazione. Nonostante lo sforzo degli uffici che hanno chiesto l’integrazione documentale”.
E ancora: ” Abbiamo pagato l’80 per cento dei ragazzi. Abbiamo due funzionari che sono dedicati alle procedure.
Lo stanno facendo con pazienza, e si occupano di ricevere ed esaminare la corretta documentazione. I ragazzi hanno fatto una bella cosa, riproporremo i tirocini in forma anche più semplificata, in modo tale da superare queste difficoltà.
Abbiamo imparato una piccola lezione: tutti siamo chiamati a far bene e con ordine, come è chiamata la Regione al rispetto delle regole. Ma dobbiamo pretendere che le regole vengano rispettate da tutti, anche dai datori di lavoro”.
In buona sostanza, per l’assessore, il motivo dei ritardi nei pagamenti sarebbe attribuibile alle aziende che non hanno presentato la necessaria documentazione.

I tirocinanti non ci stanno

Ma i tirocinanti non ci stanno e chiedono la soluzione definitiva al loro caso. A parlare, in qualità di loro portavoce, è Oreste Lauria. “E’ tutto bloccato – dice ancora una volta Lauria – e nel servizio di Striscia La Notizia l’assessore ha addossato la colpa a enti promotori e aziende che non hanno ancora prodotto e consegnato la documentazione prevista e richiesta dall’assessorato al Lavoro. Intanto i tirocinanti aspettano e sono sconfortati. Temono di non essere più pagati dalla Regione siciliana. Come ho detto in diverse occasioni, i controlli andavano fatti prima dei tirocini o durante gli stessi. E’ inaccettabile quanto sta accadendo a danno dei disoccupati.
Non ci resta niente altro da fare che ricorrere alla giustizia”.

Si apra una inchiesta

Da qui, la richiesta forte, dei tirocinanti, che qualcosa si sblocchi. Lo spiega Lauria: “Invito – tuona – la Procura della Repubblica di Palermo ad aprire un’inchiesta sui pagamenti che spettano di diritto ai tirocinanti dell’Avviso 22 della Regione siciliana, e di accertare di chi sarebbero le responsabilità, tra enti promotori, aziende private e assessorato al Lavoro. Chiedo di accertare se ci sia, ad oggi, un eventuale dolo, e mi rendo disponibile a rilasciare dichiarazioni utili allo svolgimento di una eventuale inchiesta. Chiedo di essere sentito dal Procuratore generale di Palermo nel più breve tempo possibile”. Insomma, i tirocinanti annunciano battaglia.

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