La mafia con il suo consenso sociale e la corruzione. “Corretti, non corrotti. Come la voce dei giovani uccide la mafia (non solo d’estate)”. È questo il titolo del programma d’incontri a cadenza settimanale, chiamati “I venerdì della legalità”, appena conclusi e che hanno visto impegnati nel corso del primo quadrimestre, da ottobre a febbraio, tutte le classi quarte e quinte del liceo “D’Alessandro” di Bagheria con i carabinieri della locale compagnia. I militari hanno affrontato una pluralità di temi, iniziando dalle concrete distinzioni tra le principali organizzazioni criminose presenti in Italia, mafia, ‘ndrangheta, camorra e sacra corona unita, per poi soffermarsi specialmente sugli aspetti tra loro comuni: il consenso sociale e la distorsione della realtà.

Il consenso sociale e la distorsione della realtà

Il consenso sociale è stato descritto come “fattore di controllo” del territorio ad opera delle associazioni di tipo mafioso. Criminalità percepita dalla comunità quale forma collaterale e parallela allo Stato. I militari dell’arma hanno spiegato che però con il consenso si rimane vincolati a vita, rinunciando alla propria libertà, in caso qualcuno si rivolga a loro per “richieste” di ausilio e favori. La distorsione della realtà, invece, costituisce un collante all’interno del sodalizio, facendo leva su disvalori retrogradi e deformati. Il timore e la paura della gente diventeranno “rispetto”; gli attentati, le estorsioni e le gambizzazioni saranno intese come “ordinaria amministrazione della giustizia”, mentre il carcere, anche tra i più giovani, diventano “preziosi punti da collezionare per il proprio curriculum delinquenziale”.

La corruzione

L’ulteriore tema affrontato dai carabinieri è stato quello della corruzione, intesa quale scambio e svendita della propria funzione pubblica in cambio di una controprestazione. In un ambiente compromesso, infatti, non esisterà più niente di integro e di puro. Ecco perché la legalità, che per definizione costituisce confronto, ricerca, scambio di opinioni e contaminazione, è proprio l’antitesi di un sistema corruttivo e deve trovare terreno fertile. Tutto questo a partire dai più giovani, i quali, se un domani avranno la forza di rifiutare una raccomandazione per un concorso, confidando piuttosto nei propri studi e senso del dovere, potranno rendere più sana la nostra realtà.

Il progetto prosegue

Il percorso è stato possibile realizzarlo grazie alla collaborazione e alla disponibilità della dirigente scolastica, Angela Troia, e del referente per il progetto di legalità, Salvatore Musotto. Quale prosieguo della collaborazione avviata tra l’Arma e la scuola, nel secondo quadrimestre sono quindi state già programmate ulteriori “chiacchierate” sui temi tanto attuali quanto delicati del bullismo e della violenza di genere.

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