Il balletto sui vaccini non aiuterà certo la nostra regione a proseguire con celerità nella campagna di vaccinazione. Due giorni senza vaccino Astrazeneca avevano mandato in tilt l’hub della Fiera del Mediterraneo dopo che la Regione aveva regalato 100 mila dosi a Lombardia e Puglia.

Adesso ci sono oltre 107 mila dosi di Astrazeneca e un nuovo carico che sta arrivando. C’è lo stop del Comitato tecnico- scientifico e del governo Draghi al suo uso per chi meno di 60 anni, bloccando per loro anche i richiami. E bisogna necessariamente fare i conti, considerando che ci sono già tanti prenotati per la seconda dose di Pfizer e Moderna quasi 50 mila.

Un bel papocchio sul quale dovrà metterci una pezza l’assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza. “Il ministro Roberto Speranza — osserva — fa bene a mettere la scelta in termini di perentorietà. Non dobbiamo più dare la sensazione che ci siano decisioni altalenanti”.

Intanto, comunque, gli Open day proseguono solo per gli over60. Fino a sera in assessorato si discute sulla linea da seguire con Johnson& Johnson, che usa lo stesso meccanismo, ma partendo da un adenovirus diverso. Lo stesso Razza è tentato di chiedere di farsi somministrare quel farmaco, ma nel dubbio l’orientamento che prevale fino a sera, prima ancora che da Roma arrivi nero su bianco la circolare ministeriale destinata a chiarire tutto, è di scegliere la linea della cautela massima.

Anche perché alla Regione c’è un timore abbastanza diffuso: nonostante ieri i numeri siano stati sostanzialmente analoghi a quelli (onestamente non altissimi) dei giorni immediatamente precedenti, di bocca in bocca all’assessorato corre la preoccupazione che questo ripetersi di cambi di direzione faccia aumentare la psicosi nei confronti di Vaxzevria (il nuovo nome del vaccino anglo-svedese), e in generale delle immunizzazioni. Ma, appunto, i numeri di partenza non erano altissimi: le prime dosi di AstraZeneca somministrate agli under 30 dal 26 maggio a giovedì sono state appena 3.884, neanche 300 al giorno. Acqua passata, comunque: adesso bisogna salvaguardare i richiami per chi è nato prima del 1961.

“Su quelli — scandiscono dall’assessorato — non è mai stato registrato alcun caso di reazione avversa. Lo stop agli under 60 è una mera precauzione». Una precauzione che però costringe la Regione a fare di nuovo i conti. In pancia, fino alla mezzanotte fra giovedì e ieri, c’erano 107.765 dosi di AstraZeneca a fronte di 133.571 over 60 che attendono il richiamo: pur considerando una percentuale fisiologica di rinunce o di pazienti che non ne hanno più bisogno perché nel frattempo si sono immunizzati contraendo il virus, non dovrebbero esserci grandi problemi sullo smaltimento, ma la settimana prossima è prevista una consegna da altre 55mila dosi che non è ancora stata annullata.

“Mi auguro — aggiunge Razza — che nelle prossime consegne si tenga conto delle modifiche sulle classi di età. Se si deve somministrare AstraZeneca solo agli ultrasessantenni senza problemi di salute ovviamente le consegne devono cambiare». Il problema più grosso, però, è all’inverso: bisognerà trovare le scorte aggiuntive di Pfizer e Moderna per i richiami, fra l’altro scontando il taglio di ventimila dosi del primo dei due sieri.

“Le prenotazioni — avvisa però il coordinatore della task force sui vaccini, Mario Minore — saranno tutte soddisfatte”. “A giugno — rilancia Razza — abbiamo ricevuto 600mila dosi di Pfizer, a luglio ne arriveranno altre 700mila. Per fortuna quelle non mancano” .

A rendere più semplice la partita sarà infatti la distribuzione dei richiami nel calendario: almeno un terzo delle dosi dovrà essere somministrato nella seconda metà del prossimo mese, in tempo per riequilibrare le scorte. Così, intanto, all’assessorato si consolano con il nuovo superamento dell’obiettivo fissato per la Sicilia dal generale Francesco Paolo Figliuolo: nella settimana che va dal 4 al 10 giugno le dosi somministrate sono state 366.662, solo il 16 per cento dei quali come richiamo, contro un target che si fermava 50mila iniezioni più in basso. Un milione di siciliani ha già completato il ciclo vaccinale, e i risultati si vedono sul basso numero di positivi, che conferma la proiezione che vede l’Isola aspirare alla zona bianca dal 21 giugno: “I siciliani — conclude Razza — vogliono tornare a una vita normale. Questo risultato, da un lato, consente a tutta Italia di procedere a passo spedito verso l’immunizzazione dell’intera popolazione, dall’altro premia gli sforzi della Regione che, proprio in queste settimane, ha potenziato ulteriormente la rete di hub e centri di vaccinazione”.

Articoli correlati