Dubbi sulla tenuta del polo impiantistico di Bellolampo, a Palermo. A sollevarli è il capogruppo del M5S Antonino Randazzo che, attraverso un’interrogazione diretta al sindaco Roberto Lagalla, chiede numi in merito allo spazio rimasto a disposizione all’interno della IV vasca, ultimo baluardo in attesa della consegna della prima tranche della VII. Lavori che sta seguendo la Regione ma sui quali, fra poco, i ritardi non saranno più quantificabili nell’ordine dei mesi.
Secondo le previsioni infatti, il primo lotto doveva essere consegnato a luglio 2022. Di fatto, così non è stato, con Rap e il Comune di Palermo che hanno dovuto fare ricorso a misure straordinarie, come gli abbancamenti in III-bs e in IV vasca, anche al fine di eliminare gli accumuli nello spiazzale del TMB di Bellolampo. Obiettivo, quest’ultimo, raggiunto, ma che non è sufficente a porre la parola fine sull’emergenza del polo impiantistico. Prova ne sia la necessità, tramutata nell’ordinanza sindacale del 26 aprile, di rinnovare per la terza volta le misure straordinarie su Bellolampo.
Caso Bellolampo, presentata interrogazione al sindaco
In un’interrogazione presentata il 28 aprile 2023, il capogruppo del M5S Antonino Randazzo ha chiesto chiarimenti in merito ai “ai volumi residui ancora ammissibili nella IV vasca, all’effettiva capienza o autonomia e di conoscere anzitempo le soluzioni che intende intraprendere, visti i tempi assai risicati, per scongiurare una possibile ed imminente emergenza sanitaria“. Un tema sul quale l’esponente pentastellato invita il sindaco a riferire in aula. Ciò alla luce delle domande poste dall’esponente d’opposizione.
“I volumi disponibili indicati nell’ordinanza, pari a circa 67000 mc, risultano verificati alla data dell’ultimo rilievo topografico effettuato in data 30 marzo 2023”. Ad essi, espone Randazzo, “andrebbero sottratti i volumi dei rifiuti conferiti nel mese di aprile, con un incidenza di almeno 32000/34000 mc e con la rimanenza di circa 33000 mc che, per deduzione logica, farebbero esaurire l’autonomia della IV vasca entro la prima decade del prossimo mese di giugno“. Ciò in attesa di poter utilizzare il primo lotto della VII vasca. In alternativa rimane solo “il trasporto ed il conferimento dei rifiuti, addirittura, all’estero con presumibili costi – sottolinea il capogruppo del M5S – dell’ordine di 10 milioni di euro al mese e con un possibile aggravio alle tasche dei cittadini”.
Si continua a lavorare in emergenza, terza proroga dell’ordinanza
Lavori, quelli per costuire la futura VII vasca, di cui si sta occupando la Regione Siciliana e che, al momento, risultano incagliati in attesa che la burocrazia faccia il suo corso. Fatto che ha comportato ulteriori ritardi su un’opera che, secondo le previsioni, doveva essere consegnata addirittura a luglio 2022. Fatto che ha reso necessaria la terza proroga dell’ordinanza sindacale diretta a mettere in campo misure straordinarie per far fronte alla carenza di spazi. Un documento, quello sottoscritto dal sindaco, dal dirigente Ferdinando Ania e dall’assessore all’Ambiente Andrea Mineo, che prevede al suo interno misure che permetteranno “un graduale passaggio dalle condizioni emergenziali attuali a quelle di normalità, considerato che entro la validità dell’ordinanza dovrebbero essere disponibili i volumi del primo lotto della VII vasca“.
Il condizionale usato nell’ordinanza è d’obbligo, visto il passato recente che ha contraddistinto i lavori sulla struttura. Ma il tempo non è una risorsa che gioca a favore della città di Palermo. Ciò in seguito alla progressiva saturazione della III vasca bis e dalla IV vasca. Aree su cui si sono concentrati gli abbancamenti straordinari dei rifiuti accumulati nello spiazzale del TMB. Gli spazi autorizzati nella IV vasca sono in via di esaurimento e, “alla data dell’ultimo rilievo topografico (30 marzo 2023), la volumetria residua risulta essere pari a circa 67.000 metri cubi“.
Un’ordinanza che sarà valida fino al 26 ottobre 2023 o, comunque, fino alla consegna della prima tranche della settima vasca. In tal senso, l’Amministrazione autorizza “lo svolgimento delle attività di tritovagliatura a completamento del trattamento giornaliero dei rifiuti provenienti dalla città di Palermo (circa 400 tonnellate al giorno) nell’area di trasferenza adiacente alla V vasca bis, dotata dei presidi ambientali necessari, al fine di scongiurare le dispersioni eoliche rilevate, favorire le attività di pulizia dell’intera piattaforma impiantistica, e conseguentemente, cessare le attività di tritovagliatura nei piazzali adiacenti l’impianto TMB. Il sottovaglio prodotto dal trattamento sarà trasportato presso le biocelle del TMB per la necessaria stabilizzazione”. Fino ad allora, si continuerà ad operare in emergenza, con la speranza che i lavori sulla settima vasca si concludano nel più breve tempo possibile.
I dubbi espressi dall’ex amministratore Girolamo Caruso
Spazi che dovranno bastare fino alla conclusione dei lavori sulla prima tranche della settima vasca, pena il ricorso ad onerosi extracosti che, l’ex amministratore unico di Rap Girolamo Caruso, aveva stimato in circa 10 milioni di euro al mese. “Simili trasporti costano intorno ai 400 euro a tonnellata – aveva dichiarato l’ex dirigente ai nostri microfoni il 5 aprile 2023 -. Facendo un rapido calcolo, Palermo produce circa 30.000 tonnellate di rifiuti al mese (1000 al giorno). Parliamo quindi di una cifra intorno ai 10 milioni di euro di extracosti al mese“.
Un conto salato per una città come Palermo che, ricorda l’amministratore uscente di Rap, “per un piccolo prestito da 180 milioni di euro (fondi per il piano di riequilibrio n.d.r.), dovrà restituire 8 milioni di euro all’anno allo Stato. Qui parliamo non di otto milioni all’anno, ma di dieci milioni di euro al mese per i trasporti straordinari. E’ una cosa certamente molto preoccupante. Sulla vicenda, l’attenzione fra me e il sindaco sulla vicenda è stata enorme. So che il primo cittadino è in continuo contatto con l’assessore Di Mauro. Da qualche parte deve venire una soluzione”.
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