E’ giallo sulla delibera relativa alle richieste di sanatoria per gli occupanti di beni confiscati ricadenti nel territorio del Comune di Palermo. Dopo l’atto sospensivo avanzato ad inizio gennaio, dal Comune non è arrivata nessuna novità. Così, le pratiche di decine di famiglie palermitane sono rimaste congelate. Le pratiche vengono infatti regolarmente presentate e protocollate dagli uffici, ma l’iter non può proseguire fino ad un chiarimento da parte dell’Amministrazione. Motivazione che ha spinto alcuni manifestanti ad occupare gli uffici dell’assessorato all’Emergenza Abitativa di via De Santis. Durante la protesta organizzata dal sindacato USB, i presenti hanno esposto uno striscione contro alcuni esponenti di Fratelli d’Italia: “Varchi e Meloni dalla parte dei ricchi. La casa è un diritto per tutti”.

Occupati gli uffici di via De Santis

In tanti vorrebbero regolarizzare la propria posizione. Dopo anni di sacrifici e di problemi alle spalle, gli occupanti aventi diritto si dicono pronti a presentare le pratiche per porre la parola fine sulla propria emergenza personale. Qualcuno lo ha già fatto ma attende risposta dal Comune, altri stanno provvedendo in queste ore. Un problema che coinvolge tanti palermitani. Fra questi c’è anche Vito Virzì, che spiega così la sua storia. “Io e la mia famiglia siamo in questa situazione dal 2017. Abbiamo tanta sofferenza dietro le spalle. Vogliamo regolarizzarci, lottiamo per questo. Speriamo che chi di dovere non si dimentichi di noi, con bisogno a livello familiare. Non ci facciano perdere più tempo. Attendiamo la delibera per rimetterci in carreggiata”.

Il sindacato USB punta il dito contro l’Amministrazione

Al momento però, ciò non sembra possibile. Fatto su cui punta il dito Gabriele Rizzo, rappresentante del sindacato USB. “Aspettiamo che ci sia chiarezza sulla delibera uscita a fine dicembre e sospesa subito dopo, con un balletto di dichiarazioni sul sito istituzionali e sui giornali. Non riusciamo a capire che tipo di strada vogliano prendere. Le domande vengono presentate e protocollate, ma vengono messe nel cassetto in attesa che i politici facciano chiarezza su questo atto. Aspettiamo che ricominci un meccanismo d’assegnazione di case. Non è possibile assegnare solo trenta immobili che le liste d’attesa che ci sono. Stiamo aspettando che vengano regolarizzate tutte le famiglie che, dopo anni d’attesa, hanno occupato delle abitazioni per stato di necessità. E stiamo aspettando che il Comune faccia caro il fenomeno d’autorecupero dei beni. Fatto che potrebbe permettere alle casse del Comune di ricevere i canoni sociali e, allo stesso tempo, di regolarizzare le famiglie che avrebbero diritto ad un’assegnazione”.

La vicenda sulla delibera relativa ai beni confiscati

L’atto in questione è stato varato nell’ultima sessione di Giunta, svoltasi il 27 dicembre. A proporlo è stata, come sopra ricordato, l’assessore all’Emergenza Abitativa Antonella Tirrito. La delibera è stata votata all’unanimità, anche se alla seduta mancavano tutti gli esponenti di Fratelli d’Italia, in particolare il vicesindaco Carolina Varchi. Secondo quanto prevede il documento, gli occupanti dei beni confiscati sarebbero equiparati a quelli degli ERP (Edilizia Residenziale Pubblica). Ciò permetterebbe, a chi ne ha facoltà, di presentare una richiesta di sanatoria per ottenere la regolarizzazione della posizione, pagando i canoni pregressi a partire dalla data di occupazione. Il documento era atteso da più di un anno sia dagli occupanti che dai sindacati di base. Grande è stata la sorpresa quando, lo scorso 8 gennaio, un gruppo di potenziali aventi diritto si è presentato negli uffici di via De Santis. Qui, la dirigente preposta ha dovuto rispedire al mittente le pratiche presentate. Ciò per una richiesta di sospensiva presentata proprio dal vicesindaco Carolina Varchi. L’atto c’è, anche se le motivazioni dello stesso sono al momento ignote. Fatto che però ha messo in difficoltà tutti quegli occupanti che avrebbero voluto regolarizzare la propria posizione.

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