Degli oltre 75 mila beni sequestrati e confiscati ai mafiosi, un terzo è in Sicilia e solo il 4 per cento sinora è stato assegnato. Il Centro Pio La Torre ha analizzato i dati della relazione semestrale del Ministero della Giustizia (www.piolatorre.it) diffusa nei giorni scorsi. In dettaglio, sono 8.045 i procedimenti complessivamente iscritti al 31 dicembre 2015 nella banca dati dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, il 72% dei quali riguarda il Sud e le isole.

La Sicilia detiene il primato con il 28,3%. Ed è Palermo il distretto giudiziario maggiormente interessato. Oltre 153mila sono i beni registrati nel database, 75.162 quelli sottoposti a misura cautelare (sequestro e confisca). Mentre i beni definitivamente assegnati sono solo 6.108, pari al 4% del totale dei beni censiti.

“Ancora una volta – sottolinea Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre – il divario tra beni sequestrati e confiscati e quelli assegnati segnala l’urgenza della riforma dell’Agenzia dei beni confiscati e del perfezionamento del passaggio dall’amministrazione giudiziaria alla definitiva gestione produttiva o alla vendita nel caso in cui questa non sia possibile. Urge approvare il ddl di iniziativa popolare approdato al Senato dopo due anni e mezzo. Anche di ciò – conclude Lo Monaco – discuteremo lunedì 10 ottobre p.v. al Seminario che si terrà allo Steri sull’evoluzione delle mafie alla presenza del ministro della giustizia Orlando e della Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi”.