Fratel Biagio ha annunciato a tutti i volontari e cittadini che in questo momento sospende il digiuno completo e la permanenza in piazza Beato Pino Puglisi. Rimane in un luogo in ritiro per continuare a pregare e fare penitenza, si alimentera solo di sostanze essenziali in attesa di quello che sarà il percorso che riguarda fratello Paolo.
“Si sente pronto a ricominciare a parlare e difendere perché dice: non possiamo tacere quando ad un nostro fratello viene tolta la speranza – fanno sapere dalla Missione -. Nella giornata di oggi inoltre Fratel Biagio e tutta la Missione di Speranza e Carità hanno presentato una proposta che è diretta a tutti gli uomini di buona volontà senza distinzione di ideologia, di partito o di colore politico. Si tratta di una proposta rivolta a tutti i fratelli e le sorelle che oggi in Italia vivono una sofferenza simile o uguale a quella di fratello Paolo.
“Paul è un fratello immigrato accolto in comunità a Palermo, da 17 anni in Italia. Paul è un idraulico e si è sempre comportato bene aiutando e sostenendo con il cuore tante persone in difficoltà, poveri ammalati italiani e immigrati che si sono ritrovati a vivere e dormire per strada. La preghiera e il digiuno di fratel Biagio sono stati anche per tutti quelli che si trovano nella situazione di Paul – prosegue la nota -. Tanti immigrati, già soggiornanti in Italia da tantissimi anni, per vari motivi, in questi ultimi anni si stanno ritrovando in una situazione di irregolarità molto rischiosa. Queste persone, privi di qualsiasi riconoscimento di identità, sono comunque presenti nel nostro territorio e possono molto facilmente rischiare di cadere nelle mani di organizzazioni malavitose. Questa situazione riteniamo sia meglio affrontarla con una buona prospettiva piuttosto che non considerarla o, peggio, fare finta che non esiste. Bisogna dare speranza a coloro che se la sono vista tolta per vari motivi (crisi economica in atto, perdita del lavoro, povertà estrema, irrigidimento delle normative relative ai permessi di soggiorno ) E’ necessario fare una sanatoria che regolarizzi la posizione di queste persone. Per fare questo si può pensare che in tutti quei campi di lavoro dove c’è tanta carenza di lavoratori disponibili anche italiani, si possa regolarizzare questi fratelli dando loro eventualmente anche la possibilità di una formazione al lavoro.
Allo stesso tempo, cosi come potrebbe applicarsi nel caso di Paul, è necessario che si dia la possibilità a molte realtà di accoglienza e di volontariato di poter regolarizzare la posizione di alcuni cooperanti volontari e missionari che in modo spesso gratuito si spendono per il bene della comunità e spesso dei più deboli, ammalati italiani e stranieri. A questa impostazione inoltre si può aggiungere un progetto che la Missione di Speranza e Carità e fratel Biagio da tempo hanno a cuore e cioè quello di dare la possibilità ai fratelli che si sono formati in Missione in alcuni mestieri o attività di poter essere utili oltre che in Italia anche nel proprio paese di origine collaborando con realtà missionarie o di volontariato locali che già che le stesse missioni possono avere in loro sedi in diversi paesi del mondo, o in associazioni locali che lo potrebbero richiedere.
Cosi facendo si potrebbe avverare e concretizzare quel motto che molti portano avanti nei confronti di chi soffre in Africa e che spesso è stato costretto ad emigrare e che dice: ‘aiutiamoli a casa loro’
La Missione dice aiutiamoli in Italia e dopo, attraverso loro stessi, e riconoscendogli anche il diritto a tornare per periodi di formazione in Italia, con l’appoggio delle missioni aiutiamoli anche a casa loro portando quelle esperienze e quegli aiuti che possono essere necessari per portare avanti un futuro di ricostruzione sano e senza interessi di parte ma con il pensiero al bene delle comunità locali e in particolare ai cittadini piu’ poveri, malati e abbandonati. Che in questi casi non ci sia espulsione ma collaborazione! Al concetto del rimpatrio assistito e volontario che da la possibilità ad un immigrato che lo vuole di iniziare una attività produttiva e lavorativa privata nel proprio paese e che però non viene più seguita nel tempo aggiungiamo anche il rimpatrio per un tempo momentaneo in fase di cooperazione o di missione accompagnati e insieme a missionari o volontari italiani”.
Tornando al caso Paul su cui proprio ieri sera il Tar si è espresso sospendendo il provvedimento di espulsione tre imprenditori si sarebbero fatti avanti per assumerlo.
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