La biblioteca del tribunale di Palermo è stata intitolata oggi ad Alfonso Giordano, l’indimenticato giudice che fu presidente dello storico maxiprocesso di Palermo. Per l’iniziativa è arrivato il plauso del sindaco di Palermo Roberto Lagalla: “Intitolare la biblioteca del tribunale di Palermo ad Alfonso Giordano, il giudice che ha presieduto il maxiprocesso alla mafia, è un importante atto che testimonia come la cultura alimenti la competenza e la conoscenza. Si tratta di un’iniziativa importante e preziosa, nel ricordo di un magistrato e di un uomo equilibrato, capace, responsabile e soprattutto esempio straordinario di dedizione alle istituzioni”.

Grandi potenzialità da sfruttare

“Ritengo che questa biblioteca – aggiunge Lagalla – possa contribuire a mettere in atto un circuito di consultazione più ampio rispetto a quello limitato alla sola area del tribunale e credo che questo possa essere realizzato sia in sinergia con le biblioteche della città ma anche in un rapporto proficuo e virtuoso con l’università degli studi di Palermo e del suo dipartimento di Giurisprudenza”.

Il mese scorso anche una piazzetta

Il 9 giugno scorso l’oramai ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando aveva intitolato in piazzetta Edison una villetta in memoria sempre del giudice Giordano. Presenti alla cerimonia i familiari del giudice scomparso un anno fa.

Chi era Alfonso Giordano

Giordano è scomparso lo scorso anno all’età di 92 anni. E’ stato un magistrato noto per avere presieduto il primo maxi processo a cosa nostra. Accettò tra il 1986 e il 1987 l’incarico di condurre il dibattimento con 475 imputati scaturito dalle inchieste del pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La corte presieduta da Giordano, con giudice a latere Pietro Grasso poi presidente del Senato, concluse il processo superando anche gli ostacoli procedurali sollevati dai difensori degli imputati. Nei confronti dello stesso presidente venne avanzata la ricusazione. Il verdetto, emesso dopo una camera di consiglio durata 35 giorni, sancì condanne a 19 ergastoli e 2.665 anni di reclusione. Nel 1993 Giordano accettò di presentarsi candidato come sindaco di Palermo per l’unione di centro, risultando terzo dopo Leoluca Orlando e Elda Pucci.

 

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