“Il bilancio di previsione 2021-2023 sconta sia la mancanza di un rendiconto 2019 approvato dalla giunta, sia la mancanza della formale parifica ed approvazione del rendiconto al 31 dicembre 2019, con il conseguente mancato assestamento dei saldi 2019 e 2020. Si chiede al governo di chiarire se i saldi esposti nel bilancio di previsione tengano conto delle osservazioni formulate dalla Corte dei Conti, che hanno indotto il governo a ritirare il documento e a rielaborare il conto consuntivo. Si chiede, altresì, al governo di chiarire se l’utilizzo delle quote di avanzo presunto avvenga nel rispetto della normativa contabile vigente”.

I dubbi dell’ufficio studi dell’Ars

E’ quanto si legge nella relazione del Servizio studi dell’Assemblea siciliana sul bilancio di previsione 2021-23 trasmesso dal governo Musumeci e all’esame delle commissioni di merito. I tecnici si riferiscono “ai rilievi effettuati dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti nel corso del procedimento di parifica, con particolare riferimento ai residui attivi mantenuti al 31 dicembre 2019 nel rendiconto in esame per un totale di poste dichiarate irregolari pari ad euro 319.492.323,84, per mancato rispetto dei principi previsti per la contabilizzazione degli accertamenti dei fondi cosiddetti a rendicontazione”.

Gli strani azzeramenti di spesa

Gli uffici rilevano, inoltre, che l’art.1 del ddl bilancio “riduce, per l’esercizio finanziario 2022, l’autorizzazione di spesa di cui alla legge regionale n. 9 del 2020 dell’importo di euro 503.633.420,63 con conseguente azzeramento del capitolo relativo al “Fondo occorrente per far fronte ad oneri dipendenti da provvedimenti legislativi in corso – spese correnti”. Lo stanziamento per l’intero triennio 2021-2023 sarebbe pertanto pari a 0 euro.

Le norme ‘improprie’

“Secondo la relazione, tale riduzione è disposta al fine di consentire la copertura delle spese per il medesimo esercizio del bilancio di previsione, anche in relazione alle minori entrate previste per lo stesso anno – scrivono i tecnici del Servizio studi – Al riguardo si osserva che il bilancio di previsione, nella configurazione risultante dal decreto legislativo n. 118 del 2011, costituisce uno strumento ‘a legislazione vigente’, contenente la proiezione contabile del quadro normativo vigente. Si tratta, in sostanza, di un documento nel quale vengono rappresentate contabilmente le previsioni di natura finanziaria riferite a ciascun esercizio compreso nell’arco temporale considerato nel Defr. Non dovrebbero trovare accesso, quindi, nella legge di bilancio, norme di carattere sostanziale che risultino correttive della legislazione vigente ovvero rifinanziamenti, rimodulazioni o comunque interventi modificativi di autorizzazioni legislative di spesa, norme che, secondo la legislazione vigente, sono consentite, invece, nell’ambito della legge di stabilità”.

La contrazione della spesa

Negli ultimi quattro anni, la spesa in conto capitale della Regione è passata da 4,2 a 1,98 miliardi di euro. A evidenziare la considerevole riduzione (dal 2017 al 2021) è sempre l’ufficio studi della commissione Bilancio dell’Ars. “Si ricorda che la Regione si è impegnata a riqualificare la propria spesa per investimenti, incrementando i relativi pagamenti – scrivono gli uffici dell’Ars – dal 2021 al 2026 attraverso un aumento del 4% dei pagamenti complessivi per investimenti, come previsto dal comma 780 dell’articolo 1 della legge n. 205 del 2017; dal 2027 al 2029 mediante un aumento in misura non inferiore al 5% per ciascun anno rispetto a quello precedente, ai sensi dell’Accordo Stato-Regione”.

E c’è chi chiede il ritiro del documento

Per il M5S all’Ars “la Finanziaria, così com’è, non s’ha da fare” e per questo ha scritto a Micciché, chiedendo di riscriverla in attesa della parifica e del rendiconto 2019.

“Senza il rendiconto 2019 – dicono i parlamentari 5 stelle – è impossibile capire quali sono i saldi del bilancio, e non è ammissibile lavorare alla cieca”.

Una finanziaria, soprattutto, che si basa, assieme al bilancio 2021-23, sul rendiconto del 2018, dal momento che quello del 2019 è stato ritirato in autotutela, dopo che la Procura della Corte dei Conti ha rilevato circa 300 milioni di euro di residui attivi che andavano cancellati.

.”Pur in assenza del rendiconto per il 2019 che deve ancora essere parificato, l’assessore all’Economia Gaetano Armao fa una previsione di un nuovo disavanzo pari a 100 milioni di euro, ma in realtà pare che sia maggiore perché ci sarebbe un’altra quota derivante dai 300 milioni di residui attivi considerati anomali dalla Corte dei conti. Abbiamo chiesto al presidente Gianfranco Miccichè di fermare i lavori, c’è troppa approssimazione da parte del governo”. Così il deputato M5s e componente della commissione Bilancio dell’Ars, Luigi Sunseri, in conferenza stampa online.

Ma l’assessre Armao risponde a tutti

E’ possibile approvare il bilancio pluriennale di previsione 2021-23 anche in attesa dell’approvazione definitiva del rendiconto dell’esercizio finanziario precedente. Mentre i rilievi mossi dalla Corte dei Conti sul rendiconto 2019 dovrebbero avere una incidenza limitata sul risultato di amministrazione e, in ogni caso, è stata prevista la copertura di eventuali saldi negativi chiarisce l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, in Commissione Bilancio.

Armao ha basato il suo intervento sulla relazione del ragioniere generale della Regione Siciiana, Ignazio Tozzo. Il documento, infatti, spiega che grazie alla legge 178/2020 è stata introdotta una modifica normativa che snellisce la disciplina precedente e consente di approvare il bilancio pluriennale di previsione anche senza che il rendiconto dell’esercizio precedente sia stato parificato dalla Corte dei Conti. Basta infatti che sia stato approvato dalla giunta regionale.

La norma, dunque, consente di approvare il bilancio di previsione e di apportare le eventuali “variazioni che si dovessero rendere necessarie a seguito dell’approvazione definitiva del rendiconto dopo la decisione di parificazione” con un assestamento di bilancio.

L’assessore Armao ha anche spiegato che è stato previsto per il 2021 un fondo di 100 milioni per far fronte a eventuali coperture del disavanzo che dovesse derivare da quello non recuperato degli anni precedenti, anche se gli elementi in possesso dell’amministrazione fanno ritenere che “la quota prescritta di disavanzo per il 2020 risulti recuperata”. In ogni caso, questo accantonamento “prudenziale” potrà essere utilizzato in occasione dell’assestamento tecnico “che verrà operato nell’esercizio 2021 sulla base del giudizio finale di parifica sul rendiconto 2019”.

Proprio sul rendiconto 2019, la relazione rileva inoltre che i 319 milioni oggetto delle irregolarità riscontrate dalla Corte dei Conti dovrebbero avere un impatto neutro sul risultato di amministrazione. In ogni caso, è stata prevista una voce apposita nel bilancio di previsione 2021-23 proprio per la copertura di eventuali saldi negativi.