• I sindacati “Pretendiamo rispetto dalla politica”
  • Le parti sociali sciopereranno contro possibile riduzione indennizzo a tre mesi
  • Tante altre questioni in sospeso

sindacati Cobas, Confintesa, Fials e Fsi-Usae assieme all’associazione di categoria MUD 118, hanno confermato lo sciopero del prossimo 25 maggio. Un azione per difendere e portare avanti le richieste dei lavoratori del 118 sul bonus Covid

Le parti sociali contestano che nonostante una legge approvata all’Ars prevedeva il bonus per tutta la durata della pandemia, il governo punti a ridurre l’indennizzo a soli tre mesi. Per questo ci sarà uno sciopero per il 25 maggio. Una data che deve essere ancora ufficializzata: oggi, si aspetta il parere della competente commissione per la conferma della data, esperita la prassi della convocazione delle parti dal Prefetto, per rivendicare tutta una serie di diritti negati.

“Non era mai successo – dicono i sindacati – che una legge venisse prima approvata in favore di una categoria e poi modificata a suo sfavore. Pretendiamo rispetto dalla politica”.

In una nota le sigle hanno ricordato “la necessità di procedere ad esempio con l’inquadramento di tutto il personale di Seus con forma contrattuale di tipo pubblico e inquadramento all’interno dell’Agenzia regionale per l’Emergenza Urgenza, proposta dal governo e di cui si è persa ogni traccia”.

E ancora, “è richiesto il riconoscimento di alcuni addendum al contratto di servizio posto in essere tra Regione e Seus, per istituire indispensabili indennità, come rischio biologico derivante dalla mansione, per il riconoscimento dei nuovi istituti contrattuali del recente rinnovo contrattuale, le progressioni di livello, scatti di anzianità e buoni pasto. I sindacati chiedono quindi la garanzia dei livelli occupazionali a seguito di inabilità, ma non come promessa politica, bensì come istituto vincolante formazione specifica continua, screening periodici per la prevenzione del covid19, così come i test sierologici e infine il rispetto della legge sul bonus Covid che prevedeva una indennità mensile per tutta la durata della pandemia e non solo per tre mesi”.

La nota si conclude: “Inizialmente il governo aveva comunicato che la norma era stata impugnata, da qui la riduzione del sussidio. In realtà adesso una norma proposta dal governo punta a sancire la riduzione del bonus attraverso una delibera di giunta”.