L’inchiesta ‘Sorella Sanità’ raccoglie reazioni da tutto il mondo politico, istituzionale e sindacale.

“Al di là delle contestazioni specifiche, l’inchiesta della Procura di Palermo e della Guardia di Finanza conferma che la sanità in Sicilia resta un tragico bancomat al servizio della politica, e viceversa. Per scambiarsi poltrone, carriere, denari ed appalti. È triste dover commemorare Giovanni Falcone senza che i governi che si sono succeduti in questi 28 anni abbiamo saputo mettere in campo, oltre alle frasi di circostanza, strumenti idonei ad evitare che la corruzione resti il naturale terreno di incontro tra appalti e politica” dice  il Presidente della commissione regionale antimafia e anticorruzione Claudio Fava.

“L’operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di personalità di primo piano della sanità siciliana, tra cui il coordinatore per l’emergenza Covid in Sicilia, mette in luce una inquietante gestione della pubblica amministrazione che ci lascia sgomenti”. Lo dice Anthony Barbagallo, parlamentare regionale e segretario del PD in Sicilia.

“Ancora una volta – aggiunge – la magistratura è arrivata prima della politica aprendo uno squarcio su quello che, da quel che si legge da notizie di stampa, appare come un sistema di gestione illecita che mina alla base la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, anche perché proprio in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo il settore della sanità ha assunto un ruolo centrale. A questo punto è necessario passare ai ‘raggi x’ le gare espletate per appurare eventuali episodi corruttivi che possono avere influenzato l’esito delle procedure di evidenza pubblica, e per verificare che a farne le spese non siano i cittadini con servizi, costi ed apparecchiature meno efficienti di quanto necessario”. “Abbiamo ritenuto più volte assolutamente inadeguata la gestione dell’ emergenza covid da parte del governo regionale che oggi si condisce di un ulteriore elemento ombroso e negativo. Chiediamo che il presidente Musumeci – conclude Barbagallo – riferisca in aula su quello che sta avvenendo nella sanità siciliana”.

“L’ operazione di stamani ‘sorella sanità’ ha scardinato una condotta criminale volta a lucrare sul sistema sanitario siciliano, sulle malattie della gente e sui lavoratori della sanità”. E’ il commento del segretario generale della Cgil di Trapani Filippo Cutrona. “Se le accuse dovessero essere confermate – aggiunge Cutrona – sarebbe aberrante sapere che le stesse persone che si professavano paladine della legalità e della corretta gestione delle aziende sanitarie provinciali sono le stesse accusate oggi di essere i fautori di un sistema di corruzione creato facendo business sulla sanità con appalti pilotati e mazzette”.

“Rivolgiamo un sincero plauso agli inquirenti e alle Fiamme gialle per avere fatto emergere un gravissimo contesto di illegalità e di corruzione, particolarmente odioso perché coinvolge il tema della salute e della sanità”. Lo affermano in una dichiarazione congiunta a nome di ArticoloUno, Pippo Zappulla, segretario regionale siciliano, e Maria Flavia Timbro, responsabile nazionale per la lotta alla mafia. “Stiamo sempre dalla parte dello stato di diritto – aggiungono – ma non possiamo sottacere la estrema gravità di quanto sta emergendo, cioè di un sistema degli appalti drogato, alterato e fondato sulla corruzione, sulle tangenti e sull’arricchimento illegale”. “Nessuna strumentalizzazione – proseguono – ma non c’è alcun dubbio che tra i soggetti coinvolti ci sono personalità di primo piano nominate da Musumeci e dal suo governo. Una vicenda sconcertante che ripropone l’annosa questione della selezione delle nomine e degli assetti di competenza della Regione Siciliana. Musumeci e Razza si assumano le loro responsabilità politiche di fronte ai siciliani, spieghino in aula parlamentare e nella società i criteri di selezione utilizzati nelle loro scelte”. “I siciliani per bene, che per fortuna sono la stragrande maggioranza – concludono – insieme alle forze politiche e sociali democratiche alzino l’asticella della vigilanza civile e della mobilitazione sociale contro ogni forma di criminalità e corruzione; per impedire un ulteriore decadimento, oltre che economico ed occupazionale, anche etico e morale della Sicilia”.

“I siciliani si attendono la costituzione di parte civile della Regione Siciliana, insieme ad ogni utile provvedimento per contrastare la ‘corruzione sistemica’ che affligge la sanità pubblica della nostra regione”. Lo ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando. “Ho già dato mandato agli uffici legali della Città e della città Metropolitana di Palermo – aggiunge Orlando – di procedere alla costituzione di parte civile per i danni prodotti da questo gravissimo sistema di corruzione”.

“Dall’operazione della Guardia di Finanza su alcuni esponenti della Sanità siciliana emerge per l’ennesima volta l’impermeabilità del governo Musumeci al malaffare. Gli epiteti ingiuriosi nei confronti dell’assessore Ruggero Razza, definito un ‘bambino da levare dai coglioni’, sono la plastica rappresentazione di quanto da taluni sia temuta ed avversata l’operazione di trasparenza e legalità condotta da questo governo regionale nel mondo della Sanità. Rispediamo al mittente, pertanto, le vergognose strumentalizzazioni politiche di M5S e Pd che per l’ennesima volta mistificano la realtà dei fatti”.

Lo afferma il capogruppo all’Ars di DiventeràBellissima, Alessandro Aricò, aggiungendo: “Peraltro, è evidente che l’accostamento fatto dal neo segretario regionale del Pd tra l’operazione della Guardia di Finanza e la gestione dell’emergenza Coronavirus in Sicilia sia intellettualmente disonesto, fantasioso e privo di qualsivoglia senso del pudore. Anche nella gestione della pandemia, infatti, il governo Musumeci e l’assessorato guidato da Razza hanno ottenuto nonostante le inevitabili difficoltà ottimi risultati, arginando il diffondersi del contagio in Sicilia e facendo sì che nei nostri ospedali siano stati curati con successo anche pazienti provenienti dal Nord Italia”.

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