La Cna Sicilia presente, con il presidente Nello Battiato e il segretario Piero Giglione, all’iniziativa organizzata questa mattina, a Palermo, da Confindustria. Al centro del confronto temi di grande rilevanza per la vita delle imprese.
“Temi certamente da attenzionare, approfondire e rilanciare, attraverso una piattaforma comune, anche sul tavolo di Palazzo d’Orleans. – sottolinea Piero Giglione – tant’è che presto chiederemo un incontro per sottoporre al presidente Musumeci e agli assessori all’Economia e alle Attività Produttive alcuni interventi, a nostro avviso prioritari, fondamentali per fare ripartire l’economia. Le criticità, passate in rassegna oggi, non possono che unire e coinvolgere, fermo restando le distinzioni, l’intero mondo produttivo, costretto, sovente, a fare i conti con una macchina burocratica inadeguata, inefficiente e non proprio in linea con quelli che sono i processi di cambiamento e di innovazione. Lo sforzo che fanno le imprese non può essere vanificato da una burocrazia lenta e macchinosa, avallata spesso da una gestione politica non solerte e irresponsabile che ha perso aderenza con il territorio e con le vere esigenze che arrivano dal mondo produttivo. Per andare in concreto, dal 2012 ad oggi nell’isola sono andati perduti oltre 200 milioni di euro, soldi sottratti alla disponibilità degli artigiani e dei piccoli imprenditori. E lo sapete perché?
Perché la Regione Siciliana, che come sappiamo è a Statuto Autonomo, non ha provveduto – evidenzia Giglione – a recepire, a seguito della legge di decentramento, le funzioni in materia di incentivi alle imprese, rinunciando di fatto a 35 milioni di euro all’anno, provenienti dagli ex fondi del Ministero del Tesoro. Questa è soltanto una delle tante foto che immortalano inefficienza e inadeguatezza. E veniamo alla tempistica. Siamo di fronte ad una vera e propria ghigliottina, perché i tempi di attesa delle aziende – osserva ancora il segretario regionale della Cna – non possono essere quelli di una burocrazia insensibile e non al passo ai processi di crescita del mondo che la circonda: un investimento può essere buono oggi e non domani.
Il costo della cattiva burocrazia, appesantita anche dalla complessità delle norme, per le piccole e medie imprese è stato stimato in circa 22 MLD l’anno, incidendo negativamente sul fattore competitività. E a proposito di tempistica, che fine hanno fatto i bandi legati al Por Fesr Sicilia 2014-2020? La Sicilia ha davanti a sé una eccezionale opportunità, tenuto conto anche delle somme provenienti dal fondo sociale e dal piano di sviluppo rurale. Senza dimenticare il piano per il Sud e le risorse disponibili per le città metropolitane. Ma è necessario – aggiunge Giglione – che la Regione velocizzi le procedure e si adoperi, attraverso i propri Dipartimenti e Uffici, affinché queste somme arrivino a destinazione e non tornino indietro, come spesso accade per inadeguatezza e ritardi. Servono anche interventi migliorativi alla riforma Madia. Occorre, ad esempio, evitare che, laddove gli uffici siano colmi di pratiche da sbrigare, gli operatori, spinti dalla necessità di restare nei termini di legge, producano un silenzio assenso che poi andranno ad annullare in sede di autotutela nel caso di anomalie riscontrate successivamente. Per questo – conclude Giglione . andrebbe configurata una sanzione ad hoc in caso di “silenzio frettoloso”.
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