L’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino, ha firmato questa mattina il decreto che sospende il calendario venatorio 2023-24, in seguito all’ordinanza emessa dal Consiglio di giustizia amministrativa dello scorso 10 novembre.

“Voglio rassicurare, però, i cacciatori siciliani – dichiara Sammartino – perché i nostri uffici sono già al lavoro per avviare una nuova istruttoria per verificare le eventuali conseguenze degli incendi di luglio e agosto sulla persistenza e sull’esistenza della fauna nei nostri territori. Una volta effettuate le verifiche necessarie saremo pronti a emanare un nuovo calendario venatorio”.

Il decreto è stato pubblicato sul sito istituzionale della Regione Siciliana al seguente link.

La decisione del Cga

Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana ha sospeso il calendario venatorio 2023-24, emanato lo scorso giugno dall’assessore regionale all’agricoltura Luca Sammartino. Da oggi, quindi, stop in tutta la Sicilia alle doppiette che avevano iniziato a sparare il 2 settembre, con una deroga (“pre-apertura”) autorizzata dall’assessore. Il via libera arrivò nonostante il parere negativo di Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e gli incendi devastanti in tutta l’Isola.

Motivi comprovati dalle associazioni animaliste

Nei mesi scorsi le associazioni Wwf Italia, Legambiente Sicilia, Lipu BirdLife Italia, Lndc Animal Protection, Enpa e Lac, difese dagli avvocati Antonella Bonanno e Nicola Giudice, avevano impugnato al Tar di Palermo il calendario venatorio. In questo modo ottennero, il 21 settembre, una prima sospensiva della caccia ad alcune specie in declino. Oggi arriva la decisione di secondo grado. Il Cga, infatti, ha riconosciuto che, ”come adeguatamente comprovato dalle associazioni ambientaliste appellanti, i notevoli incendi divampati nel territorio regionale associati allo straordinario aumento delle temperature verificatisi nel periodo estivo hanno determinato un, facilmente intuibile, significativo rischio per la sopravvivenza degli animali. In tal senso sono particolarmente significative le due delibere con le quali la giunta regionale siciliana ha opportunamente preso atto della gravità della situazione, avanzando ai competenti organi statali la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale per la durata di 12 mesi”.

Ambientalisti sorpresi

“Ma incredibilmente – dicono gli ambientalisti – la stessa Regione non solo non ha sospeso la stagione di caccia come buonsenso richiederebbe, ma ne ha addirittura autorizzato l’anticipo di ben un mese rispetto a quanto suggerito da Ispra”.

Cosa viene contestato

Le associazioni hanno contestato sia l’apertura anticipata della caccia  in relazione ad alcune specie. Ma anche le date di chiusura della caccia soprattutto in relazione agli incendi che hanno interessato il 2023 la Sicilia e avrebbero inciso sulla fauna selvatica. In giudizio si sono costituite anche le associazioni dei cacciatori come l’unione associazioni venatorie siciliane, liberi cacciatori siciliani, l’associazione nazionale cacciatori, l’associazione Italcaccia Sicilia e la federazione italiana della Caccia- Consiglio Regionale Sicilia.

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