Arriva il sigillo anche del Tar di Palermo per la regolamentazione della caccia per la stagione 2023-2024. I giudici del tribunale amministrativo hanno respinto la richiesta di sospensiva delle associazioni ambientaliste e confermato il calendario venatorio approvato dalla Regione Sicilia.  Le associazioni Legambiente Sicilia, Wwf Italia, La Lipu, Enpa, la Lndc  hanno impugnato il decreto. Sostengono la presunta violazione del parere reso dall’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e la violazione di alcune prescrizioni normative di settore.

Cosa viene contestato

Le associazioni hanno contestato sia l’apertura anticipata della caccia  in relazione ad alcune specie. Ma anche le date di chiusura della caccia soprattutto in relazione agli incendi che hanno interessato il 2023 la Sicilia e avrebbero inciso sulla fauna selvatica. In giudizio si sono costituite anche le associazioni dei cacciatori come l’unione associazioni venatorie siciliane, liberi cacciatori siciliani, l’associazione nazionale cacciatori, l’associazione Italcaccia Sicilia e la federazione italiana della Caccia- Consiglio Regionale Sicilia.

La contestazione al ricorso: le motivazioni

L’Unaves, assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza, ha contestato le argomentazioni  sostenute delle parti ricorrenti. Questo perché ha sostenuto che il calendario venatorio 2023-2024 ha previsto le aree di divieto di caccia, relativamente ad alcune zone percorse dagli incendi. Inoltre è stato evidenziato come il carattere limitato nel tempo e degli spazi realmente interessati dagli incendi del 2023 non avrebbe potuto giustificare in alcun modo la rivisitazione del calendario venatorio.

I ricorrenti dovranno pagare le spese di giudizio

I giudici del Tar di Palermo hanno confermato che il provvedimento dell’assessore impugnato dalle associazioni ambientalistiche deve considerarsi conforme al parere reso dall’Ispra e ha condannato le associazioni ambientaliste a pagare le spese processuali. Già nell’agosto scorso scorso il tribunale amministrativo regionale per la Sicilia aveva rigettato il ricorso presentato da alcune associazioni contro il calendario venatorio predisposto dal dipartimento dello Sviluppo rurale dell’assessorato regionale dell’Agricoltura. La stagione della caccia, per questo, è partita regolarmente lo scorso 17 settembre.

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