Non solo precari Asu ed Lsu. Con l’approvazione del documento dei tagli da parte della Giunta regionale cresce la preoccupazione sociale in Sicilia.

“Siamo estremamente preoccupati per le notizie che arrivano sui tagli nei capitoli di bilancio dei forestali e dei Consorzi di bonifica. Il nostro auspicio è che il governo regionale non dia un colpo di scure a questi settori, per i quali sono in itinere due riforme specifiche” dice Pierluigi Manca, segretario generale Fai Cisl Sicilia, che aggiunge: “Comprendiamo la difficoltà del momento e siamo pronti a fare la nostra parte nell’interesse dei siciliani. Ma non accetteremo che la mannaia si abbatta sui forestali e sui lavoratori dei consorzi di bonifica. Stiamo seguendo l’iter delle due leggi di settore, affinché entrambi siano rivitalizzati secondo canoni di innovazione e di efficienza. E dalle forze politiche ci aspettiamo coerenza e senso di responsabilità”.

Già ieri prima della giunta la preoccupazione era piovuta sui precari. “Lavoratori da troppo tempo senza contratto, contributi e con un sussidio di 592,97 euro mensili che adesso guardano con ansia e disperazione alla fine dell’anno, avendo bisogno – ancora una volta – di una proroga che serva a programmare la loro definitiva stabilizzazione” avevano detto Gaetano Agliozzo e Massimo Raso della Fp Cgil Sicilia, Paolo Montera e Calogero Emanuele della Cisl Fp Sicilia e Danilo Borrelli della UilTemp Sicilia, che aggiungendo: “Auspichiamo che governo e parlamento regionali mantengano gli impegni assunti con le organizzazioni sindacali definendo la prosecuzione delle attività per il triennio 2020/2022, tempo entro il quale dovrà avvenire la loro stabilizzazione. La spesa regionale va cambiata, vanno qualificate le entrate e vanno eliminati gli sprechi ma occorre farlo senza “macelleria sociale”.

Dopo la certificazione da parte della Corte dei Conti del disastro delle finanze regionali, il governo aveva calcolato che per la manovra correttiva servissero tra i 260 ed i 300 milioni di euro per raggiungere il complessivo miliardo da ‘saldare’ nel 2019. Ebbene, la cifra cambia, perché il governatore Musumeci e l’assessore all’Economia Armao hanno informato i sindacati che servono altri 80 milioni in più.

I primi 300 milioni sono necessari per recuperare il maxi disavanzo accertato dalla Corte dei Conti, si tratta di vecchi errori contabili ma la cifra è ‘importante’: un miliardo e 100 milioni solo per il 2019. Gran parte di questa somma era stata già accantonata ma mancavano ancora all’appello fra i 260 e i 300 milioni.

Ma non finisce qui, perché la Corte dei Conti ha contestato una manovra fatta dal governo Crocetta relativa allo spostamento a carico del fondo nazionale per la sanità delle rate di un vecchio mutuo. Operazione che per i magistrati contabili non è corretta perché quel fondo per metà è finanziato dallo Stato. Dunque bisogna riportare tutto dentro il bilancio regionale, e ciò costerà, appunto, altri 79 milioni.

Oggi la conferma dei tagli che colpiscono anche i precari per 4 milioni e mezzo ma all’appello mancano ancora soldi da trovare

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