l’Ars ce l’ha fatta. Arriva l’approvazione di una delle riforme pendenti m non di quella attesa. Non è la legge dei rifiuti a vedere la luce ma quella sulla nuova formazione professionale.Nel corso della seduta di ieri sera, quasi a sorpresa l’Ars ha approvato il ddl “Istituzione del sistema regionale della formazione professionale”.

Con 35 favorevoli, 16 astenuti e zero contrari, Sala d’Ercole ha dato il via libera al ddl che permetterà il riordino del comparto della formazione professionale, istituito come sistema regionale integrato che comprenderà fra i punti principali l’obbligo formativo per i minori, la formazione destinata all’inserimento professionale, l’apprendistato, la formazione continua e permanente dei lavoratori, inclusi i dipendenti pubblici, il sistema dell’istruzione tecnica superiore (ITS) e le forme più innovative del life-long learning.

“Ringrazio l’aula e la commissione per il clima di grande collaborazione con il quale siamo arrivati alla redazione ed all’approvazione di una riforma importante ed attesa”, ha detto l’assessore all’Istruzione ed alla Formazione Roberto Lagalla subito dopo il voto a Sala d’Ercole.

“Adesso – ha aggiunto – possiamo contare su nuovi strumenti che si rivolgono sia alla platea dei lavoratori che agli obiettivi di una formazione professionale sempre più connessa agli sbocchi lavorativi”.

Proprio  qualche ora prima a Palazzo d’Orleans era stato presentato il bando per finanziare la formazione in impresa, allo scopo di favorire l’inserimento occupazionale dei lavoratori.

“Formazione per la creazione di nuova occupazione”: con questo avviso, promosso dal competente assessorato regionale, si intende creare opportunità di inserimento o reinserimento lavorativo sia di coloro che si affacciano per la prima volta nel mercato del lavoro, sia di chi invece è fuoriuscito dal contesto lavorativo, puntando sulle leve della qualificazione e riqualificazione delle competenze.

“Possiamo considerarlo un altro importante traguardo raggiunto dopo l’approvazione della legge sul diritto allo studio, frutto di un lavoro congiunto con tutti i membri della V Commissione, da cui è scaturito un importante dialogo tra governo e forze parlamentari, che ha consentito un’agevole approvazione della riforma in Aula. Dopo un ventennio di vani tentativi di riformare il sistema, quella approvata oggi è una legge per molti aspetti innovativa che, nel tempo, consentirà di modificare profondamente il comparto della formazione professionale in Sicilia – dice ancora l’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla – facendone, finalmente, strumento efficace delle politiche attive del lavoro. Abbiamo portato avanti sia l’obiettivo di garantire tutele agli attuali operatori del settore della formazione sia quello di rendere il sistema maggiormente efficiente e coerente con le tendenze dei mercati, al fine di garantire percorsi formativi utili e spendibili. Il nuovo sistema, inoltre, consentirà una maggiore vigilanza da parte dell’amministrazione e lo snellimento delle procedure necessarie all’espletamento delle attività. Sono tante le novità che la nuova legge introduce a supporto di una nuova visione della formazione professionale siciliana, basata sul confronto con tutti gli attori del sistema e sull’analisi del reale fabbisogno territoriale”.

Fra le novità maggiormente rilevanti introdotte dalla legge, l’istituzione del Comitato delle politiche regionali per la formazione professionale che avrà il compito di fornire proposte in merito alle politiche formative regionali. Questo sarà presieduto dall’assessore regionale alla formazione e ne faranno parte: i dirigenti dell’amministrazione competente, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni dei datori di lavoro. Saranno poi inclusi di diritto anche la Consigliera di parità regionale ed il Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento professionale.

Per monitorare la funzionalità e la qualità del sistema della formazione, è stabilita dalla legge una valutazione con cadenza triennale, attraverso ad una relazione fornita dall’assessore al ramo che renderà noti i risultati conseguiti, sul piano formativo e occupazionale, dalla misurazione delle performance degli operatori al livello di soddisfazione e di successo raggiunto dagli allievi. Tutti i processi saranno, inoltre, supportati da nuovi sistemi informativi al fine di innovare il sistema e le procedure amministrative, in coerenza con le politiche sulla digitalizzazione adottate dal governo regionale.

La nuova riforma modifica anche l’assetto organizzativo dell’Assessorato all’istruzione e alla formazione professionale attraverso la scissione in due dipartimenti: Istruzione, Università, Ricerca e Formazione professionale.

Agli attuali iscritti all’Albo della formazione professionale, sebbene questo sia da considerasi ad esaurimento, per altri cinque anni si applicheranno le tutele già in vigore, mantenendo quindi la priorità in fase di assunzione. Gli operatori dovranno però confermare la loro iscrizione all’Albo, secondo procedure di evidenza pubblica, e il mancato riscontro sarà considerato come rinuncia, in tale circostanza gli stessi saranno in automatico trasferiti all’attuale elenco. Per il mantenimento dell’iscrizione all’Albo scatta l’obbligo di aggiornamento professionale, i cui criteri, i tempi e le modalità saranno stabiliti dall’amministrazione. Inoltre, i docenti della formazione professionale dovranno essere laureati o in caso contrario dovranno avere maturato cinque anni di esperienza professionale nel settore di pertinenza, oltre ad essere in possesso di diploma.

Altra novità rivoluzionaria per il comparto, riguarda la creazione a fini ricognitivi di un “registro dei formatori e del personale della formazione professionale” che consentirà di mappare e monitorare agevolmente il sistema degli operatori. Questo permetterà ai soggetti inseriti nell’attuale “elenco” di transitare di diritto in questo nuovo registro e dal 1 gennaio 2026 saranno iscritti nello stesso registro tutti i soggetti ancora presenti nell’Albo.

Ma non possono mancare,ancora una volta, polemiche e distinguo. Se per il capogruppo dell’Udc Eleonora Lo Curto si tratta di “Una riforma di grande rilevanza che fissa una road map per la Formazione professionale in Sicilia legandola al mondo del lavoro e dando dignità agli operatori del settore. Sono estremamente soddisfatta che con questa buona legge votata dal parlamento regionale la Formazione professionale esce dal limbo che aveva fatto conoscere anche la disperazione a tanti lavoratori storici licenziati negli scorsi anni. Il governo Musumeci, assieme alle forze parlamentari presenti all’Ars, anche al di là della stessa maggioranza, si sono intestati un’importante revisione del settore che rimane strategico nel creare nuova occupazione e connessione con le imprese che
producono in Sicilia” dalla stessa casa Udc arriva la polemica di Vincenzo Figuccia “Sono uscito dall’aula in segno di protesta rispetto a un testo che è stato approvato rapidamente senza un dibattito. Questa trasversalità che va dal PD a parte della maggioranza non mi convince, non mi sembra che ci siano abbastanza tutele per i lavoratori. Va garantito un sistema di effettivo collegamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro ma soprattutto vanno date maggiori tutele agli ex dipendenti della  formazione professionale che in questi anni, sono stati massacrati dal sistema. Temo che questo segno un ulteriore passaggio nella direzione dello smantellamento delle tutele garantite dalla legge regionale 25 del ’93”.

“Auspico – conclude – che possa farsi in seno al governo e con l’assessore Lagalla, un ragionamento nei prossimi mesi che porti al raggiungimento di queste garanzie per gli ex lavoratori licenziati”.

Per il Presidente della Commissione, Luca Sammartino di Italia Viva, formalmente all’opposizione ma che si definisce promotore della norma (è un fatto che ne sia primo firmatario), però la riforma è storica “E’ un giorno storico. Dopo 41 anni salvaguardiamo i lavoratori, migliorando la loro qualità e professionalità, e finalmente la formazione e le imprese cammineranno insieme per ridurre la disoccupazione in Sicilia. Il voto dell’Aula e il lavoro di grande concertazione fra tutti i sindacati e tutte le parti datoriali ha permesso il raggiungimento di un testo condiviso e i pochi emendamenti che sono stati presentati dimostrano che la politica, quando vuole, sa fare sintesi e che questo Parlamento riesce a legiferare. Adesso il Governo ha tutte le carte in regola per far ripartire il sistema della formazione in Sicilia”.
E il neo arrivato fra i renziani, Nicola D’Agostino plaude  sua volta “Finalmente l’Assemblea regionale siciliana licenzia una legge che è una vera riforma. Siamo soddisfatti che questo risultato sia stato raggiunto su un disegno di legge proposto da Luca Sammartino e Italia Viva che riorganizza la Formazione professionale in Sicilia dopo anni di buio assoluto. Ma voglio sottolineare come per approvare una buona legge di riforma non sia servito il voto segreto, a
dimostrazione che sulle cose importanti in parlamento le maggioranze si trovano. L’invito al presidente Musumeci è quello di dialogare di più”.

Contenti anche da Diventerà Bellissima che si esprime per bocca di Pino Galluzzo “Con la riforma appena approvata dall’Ars la Formazione professionale in Sicilia potrà finalmente voltare pagina. Dopo decenni contraddistinti soprattutto da sprechi ed inefficienze, ora si valorizzerà l’attività di quegli enti che dimostreranno di introdurre realmente nel mondo del lavoro i propri formati. Meccanismi premiali da un lato, maggiori e più rigorosi controlli dall’altro: questo settore vitale potrà così dare finalmente un contributo essenziale all’economia della Sicilia, garantendo un futuro professionale per migliaia di disoccupati”.

“Per questa importante riforma già da mesi hanno lavorato la Quinta Commissione e l’assessore Roberto Lagalla, che nel migliore dei modi ha concertato la legge con le parti coinvolte e i sindacati”.