Giovedì 30 gennaio alle ore 18, l’Oratorio di San Lorenzo di Palermo sarà il luogo che, naturalmente, accoglierà la prima presentazione del volume di Michele Cuppone “Caravaggio. La Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro”, Campisano Editore, collana “Saggi di Storia dell’Arte”, 2020.

L’opera contiene diverse novità: sul fronte storico-artistico, si chiarisce meglio la genesi del dipinto (eseguito e spedito da Roma nel 1600) e se ne discute l’iconografia; per quanto riguarda il furto, si presentano vicende inedite e una nutrita rassegna stampa dell’ottobre 1969, immediatamente successiva al trafugamento della tela.

L’incontro di giovedì 30 a Palermo, alla presenza dell’autore, verrà introdotto da Bernardo Tortorici di Raffadali, Presidente dell’Associazione Amici dei Musei Siciliani, e moderato dalla storica dell’arte Maria Antonietta Spadaro.

Parteciperanno il professore Francesco Paolo Campione e la storica dell’arte Francesca Curti.

Si legge nell’introduzione del volume: “Ma la disgrazia di Michele non l’abbandonava, e ’l timore lo scacciava di luogo in luogo; tantoche scorrendo egli la Sicilia, di Messina si trasferì a Palermo, dove per l’Oratorio della Compagnia di San Lorenzo, fece un’altra Natività». Si può andare oltre queste stringate note del biografo Giovan Pietro Bellori, che per la prima volta cita la pala di Palermo: vi troveremo condensate la dannazione dell’uomo Caravaggio, sempre in fuga e prima vittima della sua stessa intemperanza. E la capacità dell’artista di squarciare il buio, con la luce della sua pittura. La stessa luce propria di cui per oltre tre secoli e mezzo brillava un capolavoro assoluto, precipitato nel buio nell’ottobre 1969.
Avvicinarsi al dipinto, sia pur inevitabilmente in maniera virtuale attraverso le pagine di un libro, non è cosa semplice. Per via anzitutto di un’imprecisa storiografia che, perpetuatasi passivamente, ha prodotto un grande fraintendimento, tutto da sciogliere, sulla genesi della tela: fu realizzata a Roma, si è scoperto di recente, al tempo della cappella Contarelli. E poi, cosa è raffigurato precisamente? Prima comunque di arrivare a parlare del furto, di cui si pubblicano novità, altro ancora resta da dire.
Un libro sulla Natività di Palermo, ha ancora un senso. Aiuta a dipanare la vicenda storico-artistica del pittore cosiddetto “maledetto”, ma invita a riflettere. Sulla precarietà della bellezza e, su concetti come patrimonio collettivo e appartenenza a una comunità, basati anche sui prodotti della creatività dell’uomo. Il Caravaggio disperso, resta una delle più alte espressioni in tal senso. Esso è un po’ come l’Isola che non c’è. È qualcosa cioè che, fatti i conti a un certo punto con la sua assenza, ha acceso la nostra attenzione e stimolato riflessioni, portandoci a capire meglio ciò che, di esso, prima non ci era poi così chiaro. O che nemmeno ci eravamo chiesti. Il presente volume cerca di fornire più risposte davanti ai tanti interrogativi possibili, affrontati nel corso di una lunga e si può dire mai conclusa ricerca”.

Michele Cuppone, ricercatore, ha pubblicato i suoi studi storico-artistici su riviste specialistiche internazionali, monografie, opere miscellanee, cataloghi di mostra, atti di convegno, quotidiani di cultura e notiziari on line. Ha prestato consulenza scientifica in progetti editoriali ed espositivi e svolge attività di turismo culturale. In televisione ha partecipato al documentario La Rome claire obscure du Caravage/Im helldunkel-Rom von Caravaggio prodotto da Arte ed è stato ospite di approfondimenti tematici su Rai 2 e Tv2000. È infine curatore di Caravaggio400.org. Diversi suoi scritti e scoperte riguardano la Natività di Palermo, oggetto di conferenze tenute anche in sedi museali e universitarie. Il presente volume, mettendo a frutto anni di ricerche, fa il punto sul tema e presenta nuove informazioni di interesse.

Articoli correlati