I finanzieri della tenenza di Carini hanno individuato tre lavoratori in nero. In particolare, le fiamme gialle, durante un controllo presso una discoteca, hanno rilevato dalla documentazione presa in esame, l’utilizzo di tre collaboratori occasionali per i quali era stata omessa la prescritta segnalazione al competente ispettorato del lavoro.

I provvedimenti

In questo modo si è andata ad integrare la violazione amministrativa di ritardata comunicazione di lavoratori autonomi occasionali, recentemente introdotta nell’ordinamento giuridico di matrice giuslavoristica. Per questo motivo, nei confronti del legale rappresentante dell’impresa controllata sono state elevate sanzioni amministrative per un massimo di 6.500 euro.

Il blitz nell’Ennese

Il mese scorso in provincia di Enna c’è stato un blitz molto corposo sul fronte del contrasto al lavoro irregolare. Furono 26 le posizioni di irregolarità totale o parziale ravvisate dalle fiamme gialle nell’ambito di un mirato piano di interventi rivolto ad arginare il fenomeno del sommerso da lavoro e dello sfruttamento della manodopera. Le attività ispettive hanno interessato imprese operanti in diversi settori economici, dal commercio al dettaglio ai servizi alla persona, dalla ristorazione alle aziende artigiane. Alcune, come è stato accertato, avrebbero fatto ricorso a manodopera in nero senza quindi stipulare alcun contratto di lavoro e dunque in assenza di qualsiasi tutela assicurativa, assistenziale e previdenziale per i lavoratori. Nel complesso, su un totale di 24 attività controllate, 16 sono le imprese a cui sono state contestate violazioni per le quali è prevista la cosiddetta “maxi-sanzione”.

Il precedente nel Palermitano

Nei guai nel febbraio scorso finì un ristoratore del Palermitano. In quel caso i finanzieri del comando provinciale hanno scoperto tre lavoratori in nero, di cui due percettori del reddito di cittadinanza durante un controllo in una pizzeria di Villafrati. I militari hanno trovato i tre dipendenti che svolgevano la mansione di camerieri e aiuto-pizzaioli. Il titolare della pizzeria non ha mostrato alcuna documentazione sull’assunzione dei tre lavoratori. Nel corso dei controlli è emerso che due dei lavoratori percepivano il reddito di cittadinanza.  Al datore di lavoro è stata elevata una sanzione che va da 3.600 a 21.600 euro, maggiorata del 20 per cento per aver impiegato “in nero” personale già percepiva il sussidio. I due lavoratori che percepivano il reddito sono stati segnalati all’Inps.

 

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