Arrivano cambiamenti sul calcolo delle rate del Reddito di Cittadinanza. C’è di nuovo che da adesso la legge prevede che tutti gli importi legati a i trattamenti assistenziali, che il beneficiario percepisce, vadano effettivamente aggiornati e sostituiti con quelli nei due anni precedenti all’interno dell’Isee .Il documento è necessario per determinare la condizione attuale del nucleo familiare per il reddito di cittadinanza e la conseguente erogazione della sua rata mensile. La novità è che gli aggiornamenti vengono effettuate sia su i trattamenti per cui l’INPS già è in fase di verifica sia per quelli che risultano ancora non aggiornati.

Quali aggiornamenti considerare

In particolare, i trattamenti assistenziali che rientrano nella determinazione del Reddito di Cittadinanza sono la carta acquisti, l’assegno sociale o pensione sociale, l’assegno familiare, i trattamenti assistenziali da non aggiornare e variazioni d’importo nella rata.

Ecco quali non considerare

Tra gli aggiornamenti alcuni non vanno considerati ci sono l’assegno di natalità, l’indennità di accompagnamento, le somme percepite legate agli arretrati, le erogazioni per rendiconto di spese sostenute. Con l’applicazione della norma per il calcolo della rata mensile rispetto al Reddito di cittadinanza possono verificarsi delle variazioni d’importo. Tutto le informazioni utili a riguardo si possono trovare sul portale “MyInps” accedendo direttamente sul loro sito con le apposite credenziali. Le variazioni si verificano nei casi di domanda respinta, decadenza dal benefico e del superamento delle soglie previste dalla norma.

Furbetti ad Agrigento

Lavoravano “in nero” nonostante percepissero il reddito di cittadinanza. Ancora furbetti scoperti sull’isola che prendono il sussidio statale ma lavorano in nero, senza regolare contratto. Sono tre le persone denunciate alla Procura dai carabinieri del Nil del comando provinciale di Agrigento. I tre cittadini, che sono stati già segnalati all’Inps, ora dovranno restituire il denaro indebitamente incassato. Si tratta di 7.500 euro a testa per due indagati e di 1.300 euro per il terzo. I controlli del nucleo specializzato Ispettorato del lavoro sono stati effettuati a Santo Stefano Quisquina e a Canicattì.