Carini continua a soffrire del fenomeno dell’abbandono rifiuti con intere zone soprattutto periferiche nel degrado. E il sindaco Giovì Monteleone punta il dito questa volta non solo sugli sporcaccioni, che restano comunque il problema principale. Ma se la prende anche con chi vede e non parla, preferisce voltarsi dall’altra parte. “In alcune zone – dice – anche il silenzio e l’indifferenza complice favoriscono il fenomeno di degrado e la sporcizia”.

Territorio troppo vasto, repressione non basta

Il territorio Carinese è comunque troppo vasto. Impossibile pensare che la repressione possa da sola essere bastevole per frenare definitivamente il fenomeno degli abbandoni dei rifiuti. Ci sono ben 77 chilometri quadrati per effetto di enormi periferie che spesso si intrecciano anche con i Comuni dell’hinterland. “Non ci fermiamo mai di pulire e ripulire tante zone – precisa Monteleone -. E non è umanamente e tecnicamente possibile arrivare a pulire lo schifo che farabutti e delinquenti spargono nei punti più disparati. Anche perché abbiamo un limite di conferimento in discarica. Così come non possiamo riempire di telecamere e vigili tutte le strade e gli angoli della nostra Carini”.

Il bosco inondato da spazzatura

Esempio lampante in questi giorni  l’imponente operazione di bonifica nel bosco di Carini tra la zona Crafamo e il fiume Falco. Il Comune ha operato in collaborazione con la ditta Senesi che si occupa della raccolta rifiuti. Sin lì sono state trovate discariche con rifiuti di tutti i i tipi. Dagli scarti domestici a copertoni, mobilia, rifiuti elettrici. Oggi in città la raccolta differenziata funziona si è costantemente sopra la quota del 70%. Il servizio di raccolta porta a porta, sottolinea il primo cittadino, raggiunge il 100% della popolazione. “Ma dobbiamo combattere e sconfiggere questa gente sudicia e meschina – aggiunge Monteleone – che deturpa l’ambiente. Gente che va fermata e denunciata da chiunque veda qualcosa o abbia anche il solo sospetto”.

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