Si chiama “La Sicilia spegne le insegne” contro il caro bollette l’iniziativa di protesta promossa da Fipe regionale, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio che viene presentata oggi nella sede di Confcommercio Sicilia, in via Emerico Amari 11 a Palermo.

I presenti

All’incontro saranno presenti il presidente regionale Fipe, Dario Pistorio, il presidente vicario Fipe, Antonio Cottone, che è anche presidente provinciale Fipe Palermo, e Giovanni Trimboli, presidente ristoratori della provincia di Catania. Sarà presente anche il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti. L’iniziativa prenderà il via dal 15 settembre alle 20.

“Una situazione insostenibile”

Secondo i dati pervenuti alla Fipe relativi alle bollette degli associati e riguardanti il mese di agosto 2022, si tratta di “una situazione insostenibile che sta mettendo a rischio la prosecuzione di ogni attività”.

Attività commerciali e imprenditoriali in ginocchio

Il caro bollette continua a mietere vittime tra le attività commerciali e imprenditoriali in Sicilia, con fatture da dover pagare che in alcuni casi addirittura risultano più che quadruplicate. Una tra le categorie più colpite è sicuramente quella dei panettieri che già in questi giorni ha fatto sentire il suo grido d’aiuto. A Palermo il problema sta assumendo contorni davvero problematico e c’è il rischio che si possano verificare chiusure in serie.

Lo storico panificio

Uno degli storici panifici di Palermo ha voluto con trasparenza pubblicare i dati relativi ai costi da dover sostenere per la sola corrente elettrica. Ad essere state pubblicate le bollette di febbraio e luglio scorsi dove in tutta evidenzia viene fuori un aumento quadruplicato delle tariffe. Si è passati da una media di 0,15 centesimi chilowatt a ben 0,68 centesimi. Quest’ultima fattura di luglio riporta la cifra monstre da dovere corrispondere di ben 27 mila euro.

“Chiudiamo, decisione tragica”

Il titolare Gioacchino Quartararo, attraverso la pagina facebook del panificio, annuncia l’imminente chiusura di un’attività ultratrentennale che opera nella centralissima viale Regione Siciliana: “Ad agosto, malgrado l’adeguamento dei prezzi di vendita, non siamo riusciti a far quadrare il conto economico dell’azienda (i costi dell’energia, del gas e delle materie prime sono aumentati in modo sproporzionato). Gli incassi sono risultati inferiori alle spese. Pertanto l’azienda sta valutando l’ipotesi di chiudere dall’1 ottobre e mettere il personale in cassa integrazione, per azzerare i costi di gestione e riaprire non appena chi di competenza avrà adottato le giuste misure di sostegno per fare ripartire le aziende”.

Articoli correlati