La terza sezione del Tar Sicilia-Palermo decidendo sui ricorsi della Ong Sea Watch contro i provvedimenti di fermo delle due navi dell’organizzazione (Sea watch 3 e 4) disposti da parte delle Capitanerie di Porto siciliane, con due ordinanze gemelle, ha stabilito la rimessione alla Corte di Giustizia dell’Unione europea delle questioni interpretative della direttiva 2009/16/CE che disciplina il potere di controllo dello Stato di approdo su navi battenti bandiera di Stati terzi.

Sarà la la Corte a chiarire l’ambito dei poteri attribuiti ai Paesi di approdo nei confronti delle navi cargo delle Ong battenti bandiera di Stati terzi che svolgono sistematica attività di salvataggio in mare dei migranti in pericolo nel Mar Mediterraneo. Con contestuali ordinanze cautelari gemelle il Tar ha negato la sospensione cautelare dei provvedimenti di fermo impugnati, avendo ritenuto, allo stato, la mancanza di un danno grave e irreparabile solo in quanto con l’ordinanza di rimessione è stata richiesta alla Corte l’ammissione al procedimento accelerato che consentirebbe la conclusione in circa un paio di mesi, con rinvio alla successiva camera di consiglio del 26 gennaio, per la definitiva decisione sull’istanza cautelare, all’esito dell’ammissione o meno al procedimento accelerato.

Nei giorni scorsi è stata presentata dalla Procura di Siracusa una richiesta di archiviazione per abuso d’ufficio e calunnia nei confronti dell’ex prefetto Luigi Pizzi e dell’ex comandante della Capitaneria di Porto, Luigi D’Aniello. La vicenda è relativa al gennaio del 2019 quando a Siracusa arrivò la Sea Watch, la ong tedesca, con a bordo 47 migranti di cui 13 minori, che l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini non voleva far sbarcare.

I due parlamentari nazionali del Pd, Matteo Orfini e Maurizio Martina, dopo un vertice in Prefettura, salirono a bordo della nave per sincerarsi delle condizioni di salute degli stranieri e dei membri dell’equipaggio ma una volta tornati a terra furono sanzionati e poi indagati. Gli esponenti del Pd si recarono al palazzo di giustizia per presentare un esposto a carico di ignoti, poi confluito nell’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex prefetto Luigi Pizzi e dell’ex comandante della Capitaneria di Porto, Luigi D’Aniello ma nelle scorse ore, come riferisce Saul Caia del Fatto, la Procura ha proposto l’archiviazione. Una decisione a cui si opporranno i due deputati, la cui posizione peraltro è stata archiviata dal gup Carmen Scapellato perché “il materiale probatorio raccolto non legittima l’esercizio dell’azione penale”.