Quanto l’ispezione sia legittima è materia tutta da capire visto che le competenze per la Cassa integrazione in deroga appartengono alle Regione i fondi sono in gran parte regionali ma il caos cassa integrazione in deroga sarà oggetto di una verifica da parte del Ministero della Funzione Pubblica.

A confermare la notizia quantomeno inusuale sono alcuni deputati nazionali del Movimento 5 stelle “Il momento che sta attraversando l’Assessorato al Lavoro della Regione Sicilia è paradossale. Non bastano le lungaggini nell’avanzamento delle pratiche per l’erogazione della cassa integrazione in deroga, ma si è aggiunta anche la richiesta di bonus retributivi di 10 euro per ogni singola pratica evasa, da parte dei sindacati dei dipendenti della Regione siciliana per lo sblocco delle pratiche di questo fondamentale ammortizzatore sociale”, afferma la deputata catanese Maria Laura Paxia.

L’accordo sindacale in questione, che ha portato già alle dimissioni del Dirigente Generale dell’Assessorato al Lavoro Vindigni, secondo alcune sigle sindacali andrebbe adesso ritirato, ma sulla questione è già intervenuta il Ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone che ha annunciato una ispezione negli uffici regionali per verificare cosa sta accadendo.

La Regione Siciliana su 30 mila domande di aziende (che riguardano 150 mila lavoratori), fino a ieri ha inviato all’Inps poco più di 7 mila pratiche. La data di invio dei primi flussi di decreti dall’Assessorato al Lavoro è stata il 22 aprile, in netto ritardo rispetto alle altre regioni.

“L’ispezione ministeriale rappresenta un atto dovuto e urgente – secondo l’on. Paxia – perché la Regione Sicilia sta scrivendo una pagina buia della storia amministrativa dell’Isola. Non bastano le scuse del governatore Musumeci e le accuse dell’Assessore Scavone. A pagare sono solo i siciliani”.

La vicenda, in realtà, è giuridicamente più complessa sia perchè la Funzione pubblica in Sicilia è regolata da leggi regionali, sia perchè i finanziamenti sono i larga parte regionali e infine perchè i ritardi si sono registrati anche in altre regioni a statuto ordinario che non sono state, invece, destinatarie di ispezioni. Resta il fatto che la vicenda in Sicilia assuma i connotati di una “tragedia burocratica” dalla quale non si è ancora usciti

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