“Sono rimasto profondamente colpito dalla terribile notizia delle violenze perpetrate ai degenti, con gravi disabilità fisiche e psichiche, della casa di cura ‘Suor Rosina La Grua’ a Castelbuono”. Lo afferma in una nota il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante che usa parole dai toni forti per gestori e dipendenti della struttura, salita alla ribalta ieri dopo la notizia sulle terribili violenze che sono state documentate. L’alto prelato addirittura utilizza termini come “indegni”.

“Grande dolore per i pazienti”

“Una struttura – ha rincarato monsignor Marciante – che si è resa indegna del nome della compianta suor Rosina La Grua, Figlia della Croce, e che non ha nulla a che vedere con la sua santità. Sento un profondo dolore per i pazienti, vittime fragili e indifese di maltrattamenti disumani. Mi congratulo con i militari della guardia di finanza del comando provinciale di Palermo che, con intelligenza e perseveranza nelle indagini, hanno messo in luce quanto si consumava nelle tenebre e nel nascondimento. Ai nostri fratelli e sorelle, vittime di violenza, auguro di ricevere un’accoglienza davvero degna perché, come il Bambino Gesù e i Santi Innocenti, fragili e bisognosi di cura, possano essere difesi dalle violenze di Erode”.

L’Asp subito in moto

Ieri stesso la direzione aziendale dell’Asp di Palermo ha costituito una commissione ispettiva “con il compito di esaminare tutti gli atti relativi ai processi di controllo e funzionamento”, nonché “di accertare l’esistenza di eventuali profili di responsabilità, anche omissiva, che dovranno essere contestati a quanti, a qualunque titolo, avrebbero dovuto intervenire a tutela dei disabili ed a tutela dell’immagine dell’Azienda, gravemente compromessa dai fatti oggi conosciuti”.

L’operazione

Le fiamme gialle hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip del tribunale di Termini Imerese nei confronti di 35 soggetti che operavano a vario titolo nella struttura per assistenza disabili gravi “Suor Rosina La Grua Onlus” a Castelbuono. Sono accusati a vario titolo, dei reati di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e frode nelle pubbliche forniture.

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