Sequestrato perchè abusivo il chiosco adibito a distributore automatico di bibite adiacente il teatro Politeama. Questa mattina la polizia municipale ha posto i sigilli alla struttura dove si possono acquistare bibite e merendine. Dai controlli è emerso che la costruzione che aveva preso il posto di un’edicola nei pressi della cancellata del teatro è priva di autorizzazioni amministrative per la rivendita di alimenti e bevande e non possiede il propedeutico nulla osta della Soprintendenza.

La segnalazione su facebook

La segnalazione era stata fatta su Facebook all’assessore alla polizia municipale Maurizio Carta che ha disposto controlli e  verifiche che hanno portato al sequestro. Sono in corso verifiche e controlli sulle altre strutture installate nel capoluogo.

Il caso nell’Agrigentino

Spesso i chioschi hanno fatto discutere in Sicilia per loro proliferare al di fuori delle regole. Nel luglio scorso ci fu un caso nell’Agrigentino che venne sollevato dall’associazione ambientalista Mareamico di Agrigento che parlò di “chiosco abusivo lungo la spiaggia di San Leone”. Ecco perché l’associazione chiese alle autorità d’intervenire quanto prima per la sua rimozione. “A San Leone nella spiaggia delle dune è nato un nuovo obbrobrio”, questo l’annuncio social degli ambientalisti agrigentini che si occupano di monitorare quello che avviene in mare e lungo le coste. “Stanno costruendo un orribile chiosco su una vecchia piattaforma, a pochi metri dal ristorante “le dune”, in riva al mare. Da notizie assunte pare che non sia stata rilasciata alcuna autorizzazione da parte del Demanio”.

Nel novembre 2020 il precedente su Palermo

Nel novembre di due anni fa il nucleo controllo attività commerciali su area pubblica della polizia municipale, insieme al gruppo pronto impiego di Palermo della guardia di finanza, hanno effettuato un’operazione congiunta in piazza San Domenico e hanno restituito alla pubblica fruizione il marciapiede, ponendo sotto sequestro una struttura edilizia abusiva di vendita di piante e fiori. L’attività abusiva, secondo quanto fu accertato all’epoca, veniva esercitata in un chiosco in metallo fissato sul suolo pubblico con cemento che ostruiva un tombino di metallo del servizio di illuminazione pubblica e occupava una porzione di 4 metri quadrati che, con merce e attrezzature, arrivava a 10 metri quadrati.

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