Chiude il bar del Tribunale di Palermo e sono tanti i disagi per gli utenti della cittadella giudiziaria. Il bar del Palazzo di Giustizia ha chiuso i battenti, almeno per ora, dopo il servizio delle Iene, trasmissione di Italia1, che ha messo in luce presunti abusi lavorativi posti in essere dalla famiglia Torregrossa, che gestisce l’attività, nei confronti di alcuni dipendenti.

La chiusura del bar mette a rischio nove posti di lavoro, dopo che la società Solemare srl, titolare delle licenze, ha annunciato il proprio disimpegno. Lo scrive il Giornale di Sicilia. La chiusura per ferie, annunciata con cartelli affissi sugli ingressi delle due strutture, era fittizia: dietro c’era altro e i proprietari ieri sono venuti allo scoperto, attraverso. Cessano l’attività, ha spiegato l’avvocato Stefano Giordano, sia per il calo del volume di affari, legato all’emergenza Coronavirus, che per la vicenda fatta venire fuori dagli impiegati attraverso le Iene, il popolare programma di Italia 1, sugli stipendi che i dipendenti sarebbero stati costretti in parte a restituire. Sul caso, la Procura ha aperto una inchiesta. “La società – ha detto Giordano – ha ritenuto in questo momento opportuno fare un passo indietro, anche al fine di non compromettere in alcun modo il prestigio del contesto lavorativo in cui finora essa ha operato». Come dire, un’immagine comunque offuscata da questa brutta storia, poco si addice alla presenza dentro il palazzo di giustizia”.

Giovanni Torregrossa, imprenditore palermitano che nel 2012 divenne un eroe dell’antimafia denunciando il proprio estorsore, è finito nelle scorse settimane in uno scandalo messo in luce da “Le Iene”, programma televisivo delle reti Mediaset. Sono Rita e Valeria, due dipendenti del bar, ad aver denunciato una storia di presunti abusi lavorativi posti in essere dalla famiglia Torregrossa nei loro confronti. Secondo quanto raccontato dalle due dipendenti a Ismaele La Vardera, inviato palermitano delle Iene, dentro la casa della Legge, si consumerebbe un sopruso che va avanti da 12 anni. Il penalista sostiene che dalle indagini difensive “non sono emerse condotte aventi rilevanza penale che coinvolgano la Solemare srl o le persone fisiche cui essa è riconducibile. Si attende dunque con serenità l’esito delle eventuali iniziative giudiziarie e la società, dal canto suo, è pronta a tutelare la propria reputazione e le proprie ragioni in ogni sede”.