- Pronta una mozione all’Ars di Attiva Sicilia e Unione dei Siciliani
- «Boicottare la fiction televisiva “Lady Corleone”»
Proseguono le polemiche per la fiction Mediaset “Lady Corleone“. Dopo la diffida del Comune di Corleone, i movimenti Attiva Sicilia e Unione dei Siciliani chiedono a Mediaset e alla società Taodue di ritirare la fiction televisiva in 8 episodi incentrata sulla mafia. Pronta una mozione all’Ars.
“Pregiudizio che danneggia l’intera Sicilia”
“L’inutile e forzato accostamento di una storia mafiosa al nome di un comune siciliano evidenzia un pregiudizio che danneggia l’immagine e offende l’intera Sicilia relegandola a uno sciocco cliché stereotipato che appare persino un po’ razzista. Gli amministratori comunali hanno giustamente già protestato diffidando Mediaset e Taodue dall’utilizzare il nome del loro paese anche ricordando la costante attività antimafia nella quale la cittadina è da anni impegnata per superare una pagina buia della propria storia”.
“Sciocco e strumentale utilizzo del nome di Corleone”
“La Sicilia che ha visto negli anni una rilevante presenza mafiosa ha anche conosciuto una straordinaria presenza anti mafiosa con decine e decine di martiri ed eroi civili caduti combattendo contro la mafia. La Sicilia di Falcone e Borsellino, di Padre Puglisi, del beato Livatino viene insultata e offesa dallo sciocco e strumentale utilizzo del nome di un comune siciliano da parte della fiction televisiva”.
“Modificare il titolo”
“I movimenti Attiva Sicilia e Unione dei Siciliani chiedono a Mediaset e alla società Taodue di ritirare la fiction modificando il titolo e il nome della protagonista. In caso contrario invitano tutti i cittadini dell’isola a boicottare la fiction televisiva “Lady Corleone” fin dal momento della sua messa in onda. Nessun televisore siciliano sia sintonizzato quel giorno sul canale Mediaset che la trasmetterà”.
I due movimenti presenteranno, tramite i parlamentari regionali aderenti, una mozione all’Assemblea Regionale Siciliana per chiedere al Governo della Regione di avanzare una formale protesta nei confronti dell’emittente e della società produttrice.
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