Mafia, arrivano le condanne per la cosca di Bagheria.
Sono stati inflitti 12 anni di carcere a colui che è ritenuto il nuovo reggente, altri 4 uomini sono stati condannati per mafia, estorsione e detenzione di armi, mentre un quinto uomo è stato rimesso in libertà dopi 21 mesi di carcere.

La sentenza è stata emessa ieri dal gup Marco Gaeta al termine del rito abbreviato.
La notizia viene riportata dall’edizione odierna del Giornale di Sicilia.

La pena più severa è stata inflitta a Paolo Liga, condannato a 12 anni e 4 mesi.
Gli altri condannati sono Riccardo De Lisi (11 anni), e Claudio De Lisi (7 anni di carcere).
Condannati anche Pietro Liga, il fratello di Paolo, che ha avuto 2 anni e 8 mesi e Gioacchino Di Bella, condannato a 2 anni.

Assolto e scarcerato invece Giuseppe Sanzone, difeso dagli avvocati Enrico Sanseverino e Carolina Varchi, per lui erano stati chiesti 7 anni per tentata estorsione con l’aggravante di mafia.

L’inchiesta, iniziata da tempo e che riguarda gli imputati adesso condannati, portò nel gennaio 2018 a sei fermi da parte dei carabinieri. Secondo gli inquirenti della direzione distrettuale antimafia, dopo l’arresto del vecchio capo mandamento, a prendere le redini del potere era stato Paolo Liga, 49 anni, detto anche “l’americano” per i suoi lunghi periodi di permanenza negli Usa.

Liga sarebbe stato in contatto con i vertici della cosca, custodendone anche l’arsenale. Nel corso delle indagini sarebbero emerse relazioni tra i mafiosi di Bagheria e quelli trapanesi.

Ancora Liga, avrebbe gestito anche le estorsioni insieme ai fratelli Claudio e Riccardo De Lisi. Due gli episodi documentati. Il primo relativo alla “Lion Service”, una società di servizi di sicurezza finita nell’inchiesta sui buttafuori della mafia. Questo taglieggiamento era stato addebitato a Giuseppe Sanzone che è stato assolto.
L’altro episodio riguarda la richiesta estorsiva diretta ad un intermediario finanziario di Bagheria: gli sarebbero stati chiesti 50mila euro, e non avendoli ottenuti, i mafiosi gli avrebbero portato via la macchina.

Come scrive ancora il Giornale di Sicilia, in questo caso il tentativo di taglieggiamento è stato confermato dalla sentenza del giudice e ne rispondevano Liga ed i fratelli De Lisi ma è caduta l’aggravante di mafia da qui lo sconto di pena nei confronti di Claudio De Lisi, difeso dall’avvocato Luigi Miceli.

I pm della direzione distrettuale antimafia, prima di eseguire i fermi, avevano fondati motivi per ritenere che Liga volesse fuggire in America.

Ma Liga in carcere c’era già stato per traffico di droga, nell’aprile del 2017, tuttavia, era stato scarcerato perché assolto dall’accusa di estorsione. Suo fratello Pietro invece, in un altro troncone dello stesso processo, venne condannato a 6 anni e 8 mesi di carcere.

Secondo la procura, subito dopo la scarcerazione, Liga sarebbe tornato alla guida del clan. A suffragare le indagini anche le intercettazioni.

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