Nessun consigliere comunale di Palermo andrà al Columbus day a New York. Oramai sembra questa la decisione e la conferma arriva direttamente dalle forze di maggioranza a sostegno del sindaco Roberto Lagalla. Non per questioni di inopportunità ma per evitare gli strali di politica e cittadini. Insomma, per dribblare le accuse di sperpero di denaro pubblico in un momento estremamente delicato per il Comune di Palermo, in perenne bilico di dissesto finanziario.

Inzerillo: “E’ una continua caccia alle streghe”

Ad annunciare il forfait del consiglio attraverso le pagine del Giornale di Sicilia è Gianluca Inzerillo, capogruppo di Forza Italia Proprio lui era uno dei papabili alla partenza ma alla fine resterà qui. “È saltato tutto – dice al Gds – anche se non c’era nulla di deciso. Ho parlato con gli altri e siamo d’accordo a spostare tutto all’anno prossimo. Siamo vittime della caccia alle streghe orchestrata dai Cinque Stelle. Non ci sarebbe stato nulla di male a partire, ma qualcuno ha fatto un passo indietro per evitare attacchi e accuse gratuite. Peccato perché sarebbe stato importante, per il Comune, partecipare alla manifestazione”.

Il fondo

Il Columbus day era diventata l’ennesima questione politica a Sala delle lapidi. C’è chi si chiedeva se fosse il caso  di affrontare questa spesa dal momento che l’ente locale Palermitano non è che navighi finanziariamente in buone acque. Il consiglio comunale avrebbe attinto dai fondi di sua esclusiva competenza. Quindi dal fondo da 150 mila euro appostato nell’apposito capitolo che è stato riempito nell’ultimo bilancio di previsione adottato.

Chi doveva partire

Secondo indiscrezioni i consiglieri sarebbero dovuti partire per 4-5 giorni. La delegazione doveva essere composta da 5 consiglieri, 3 di maggioranza e 2 di opposizione. lo aveva anche confermato il presidente del consiglio Giulio Tantillo. Ma che fosse tutto saltato sembra ampiamente nell’aria. Diversi consiglieri comunali hanno inizialmente declinato l’invito. Nessuno lo ha mai detto ma in realtà l’ostacolo era l’imbarazzo di dover partire a spese del Comune in un momento in cui non si fa altro che parlare di aumenti di tasse e Comune in deficit.

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