“Compra vicino a te!”. Con questo slogan ieri Confesercenti Sicilia ha lanciato una campagna di comunicazione sui social per incoraggiare gli acquisti nei negozi della città piuttosto che sui grandi store online, soprattutto in vista delle prossime festività natalizie.

“In un momento difficile come quello che attraversiamo, acquistare in un negozio reale significa contribuire al mantenimento del tessuto economico della città e avere a cuore la propria comunità”, dice il direttore di Confesercenti Sicilia, Michele Sorbera. “In questi giorni – aggiunge – la stampa ha riportato le storie di artisti e influencer che sono scesi in campo per sostenere il commercio locale. Come associazione di categoria non possiamo che ringraziarli e rinnovare l’invito a tutti: comprate vicino a voi. Sostenete l’economia della vostra città”.

L’associazione invita tutti a condividere l’hashtag della campagna sui propri profili per rilanciare il messaggio dal proprio profilo personale e farlo arrivare a quante più persone possibile.

Un’iniziativa in un momento di grave crisi economica dovuta alla pandemia peraltro denunciata da altre associazioni di settore.

“Un settore dimezzato, un circuito economico al collasso”. La sezione Agroalimentare di Sicindustria Palermo, guidata da Annibale Chiriaco, ha lanciato nei giorni scorsi l’allarme: “Assistiamo a un’emergenza senza precedenti: il crollo degli ordini e il dramma delle microimprese della filiera produttiva e di distribuzione agroalimentare che oggi si trovano di fronte al rischio di chiusura. Al disastro della pandemia – con effetti devastanti su tutto il sistema HoReCa (Hotel, Restaurant, Caffè) e su tutta la filiera collegata agroalimentare – si è aggiunta la falcidie dei provvedimenti restrittivi e delle chiusure. Né il governo è riuscito a offrire un panno caldo per lenire le ferite delle imprese. O almeno non di tutte”.

Il decreto Ristori e il Ristori Bis garantiscono alcuni settori produttivi e di distribuzione, ma lasciano fuori la stragrande maggioranza della filiera che c’è a valle. Il riferimento è per esempio a tutti i fornitori e grossisti che sono strettamente collegati ai pubblici esercizi. Un fatto su tutti: se bar e ristoranti sono costretti a ridurre drasticamente la loro attività, altrettanto drastica sarà la contrazione per la filiera di produzione agroalimentare.

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