Lagalla capitano fantasma di una nave alla deriva“. E’ di quelli pesanti l’affondo del capogruppo di Progetto Palermo Massimo Giaconia, dopo l’ennesima seduta flop in Consiglio Comunale, a Palermo. Il sentore già c’era dalla seduta di lunedì, durata pochi minuti e chiusa con un’aula mestamente deserta. E ieri, a Sala Martorana, la maggioranza ha avuto numerose assenze. All’ordine del giorno c’era la delibera sui cosiddetti “fondi ex Gescal“, ovvero risorse per un ammontare complessivo da 57 milioni di euro da destinare a tre quartieri periferici della città (Zen, Sperone e Borgo Nuovo). I progetti in ballo sono tanti e, durante la votazione relativa alla legge Finanziaria Regionale, hanno ricevuto una nuova rimodulazione da parte di Sala d’Ercole. Spetta però al Comune ratificare la volontà dell’Assemblea Regionale Siciliana, dando così efficacia all’atto. Ma durante la relazione del sindaco Roberto Lagalla in aula, a mancare era la propria maggioranza.

Centrodestra a corto di consiglieri, cade il numero legale

Soltanto una dozzina i consiglieri di centrodestra presenti in aula a fronte di una coalizione che, dopo gli ingressi di Fabrizio Ferrandelli e Leonardo Canto, potrebbe contare addirittura su 26 elementi. Ma su numeri così ampi in aula Roberto Lagalla e i suoi assessori non hanno praticamente mai potuto contare. Ciò a causa di fratture non del tutto risanate fra la corrente di Fratelli d’Italia, la quale secondo fonti di Radio Palazzo sarebbe rimasta scontenta dall’esito delle trattative sul rimpasto, e quella del polo moderato a sostegno del sindaco. Spaccature che sono fuoriuscite in tutta la loro potenza durante la discussione del regolamento movida, bloccato ormai da quasi quattro mesi in Consiglio Comunale, e messe da parte soltanto durante la votazione dello sblocco dei fondi dell’avanzo vincolato.  Non è poi passata inosservata, alla seduta di Giunta dello scorso 27 dicembre, l’assenza di tutti e tre gli assessori in quota meloniana (Varchi, Falzone e Cannella).

Le opposizioni picchiano duro

Dure le critiche dalle opposizioni. Affonda il colpo il capogruppo di Progetto Palermo Massimo Giaconia, che ha definito il sindaco “capitano fantasma di una nave alla deriva”. E poi aggiunge. “Durante la relazione del sindaco – dichiara Giaconia -, i consiglieri di maggioranza erano presenti appena 12 su 26. Dopo una sospensione di circa un’ora e mezza, la seduta non si è potuta riaprire per mancanza del numero legale. Ancora una volta la maggioranza non garantisce la presenza in aula nonostante l’importanza dell’atto in discussione. Questa coalizione di centrodestra, che ha vinto le elezioni amministrative del 2022 a Palermo, raggiungendo il 53,79% dei voti, ancora una volta ha dato dimostrazione di essere allo sbando, incapace di governare e amministrare la nostra città”.

Il tempo stringe

Parole alle quali si accoda il capogruppo del PD Rosario Arcoleo. “Non riescono a garantire nemmeno il numero legale a sedici componenti. Dei proclami del giorno prima, come quello di Rini, che davano per certo, il voto oggi in aula è rimasta solo aria fritta. Alla mia affermazione sulla salute della maggioranza, il sindaco ha preferito non rispondere. Non ci resta che dire che il disastro era annunciato già alla vigilia delle elezioni nel 2022, quando un armata Brancaleone votò Lagalla. Povera Palermo”, ha chiosato l’esponente Dem. Una situazione non facile sulla quale il centrodestra è chiamato immediatamente a ricompattarsi. C’è tempo fino al 17 gennaio per dare il via libera all’atto.