Poste Italiane “garantisce il servizio con un numero omogeneo di uffici postali aperti in proporzione agli abitanti di ciascun Comune”. In questa fase di emergenza nel Paese, spiega la società, “saranno dunque contingentate le aperture pomeridiane degli uffici aperti su doppio turno e di quelli aperti solo al mattino” e “nei Comuni con un unico ufficio postale, l’apertura avverrà a giorni alterni”.

Poste “in ottemperanza agli ultimi provvedimenti governativi, comunica che continua ad essere garantito il servizio su tutto il territorio nazionale, nel rispetto della tutela della salute dei propri lavoratori e di tutti i cittadini”.

L’apertura degli uffici postali, contingentata in modo omogeneo in base al numero di abitanti, fa parte delle misure adottate “considerata l’evoluzione della situazione epidemiologica e l’incremento dei casi di contagio sul territorio nazionale”.

In tutti gli Uffici, inoltre, “sono state poste in essere delle linee di distanza dalle postazioni degli operatori”.

Mentre “per quanto riguarda i servizi di consegna corrispondenza e pacchi gli orari di lavoro dei portalettere sono stati dilazionati per evitare la concentrazione di personale all’interno dei siti operativi nelle stesse fasce orarie”. L’operatività di tutti gli altri dipendenti di Poste Italiane “è garantita dal ricorso allo smart working. Poste “ribadisce che, qualora il Governo dovesse assumere nuovi provvedimenti, l’azienda si adeguerà alle nuove indicazioni come è stato fatto puntualmente fino ad oggi”.

Una linea che riguarderà l’intero Paese in linea con le misure assunte dal Governo per evitare la diffusione del contagio.

Il decreto Italia Zona Protettaprevede che “non ci sono limitazioni agli uffici pubblici”, il provvedimento “si applica solo alle persone fisiche” delle zone indicate (Lombardia e altre 14 province) e non “alle merci”, che le regole valide fuori dalla zona di interdizione vigono su tutto il territorio nazionale.

In Sicilia si aggiunge anche una ordinanza del Presidente della Regione che pone altri limiti come l’obbligo di quarantena per chi negli ultimi 14 giorni è stato nelle “zone rosse”. I territori di provenienza coinvolti sono quelli inseriti nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri: tutta la regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia, oltre alle zone a rischio epidemiologico, così come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità.

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