“Un’ordinanza unica di Protezione civile per tutte le Regioni per chiarire alcuni aspetti fondamentali che è necessario trasmettere” del Dpcm sul coronavirus. 

“L’ordinanza riguarda tre punti su un passaggio a nuova fase per l’intero Paese, esplicitati per le Regioni specie del Sud che hanno ritenuto di dover approvare, riguardano circolazione merci, lavoratori e specie di chi ha legami continui e su più territori, così come apertura uffici pubblici”.

Il capo della Protezione Civile, e commissario per il coronavirus, Angelo Borrelli, ha firmato una nuova ordinanza in seguito al dpcm di ieri. Il provvedimento, ha spiegato, prevede che “non ci sono limitazioni agli uffici pubblici”, che il decreto “si applica solo alle persone fisiche” delle zone indicate (Lombardia e altre 14 province) e non “alle merci”, che le regole valide fuori dalla zona di interdizione vigono su tutto il territorio nazionale.

Per l’intera Lombardia e 14 province di Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Marche fino al 3 aprile necessario “evitare ogni spostamento”, sia all’interno che verso o dall’esterno. Potranno muoversi le merci, ma non le persone.

Ma le misure restrittive arrivano per tutto il Paese e prevedono, oltre alle scuole, la chiusura di cinema, teatri, pub e discoteche: il governo “raccomanda” agli anziani di restare a casa, ai datori di lavoro di promuovere congedi e ferie, e a tutti i cittadini di limitare gli spostamenti. Chi è in quarantena ha il divieto “assoluto” di uscire: chi lo viola rischia il carcere.

C’e’ poi un’area del nord dove le limitazioni sono rigide e arrivano controlli sugli spostamenti a partire da stazioni, aeroporti, strade: l’intera Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia.

“Distanziamento sociale” e limitazioni – Non si blocca tutto, restano aperti gli uffici pubblici e continuano a circolare le merci, ma si crea distanza tra le persone per limitare la diffusione del virus. E’ questa la logica dietro le norme del nuovo dpcm del governo. I cittadini delle aree “arancioni” possono far rientro nelle loro case, ma per il resto possono muoversi solo per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessita’ o spostamenti per motivi di salute”: se sottoposti a controllo, devono autocertificare l’esigenza di uno di questi criteri. Gli abitanti di quelle province che sono in vacanza possono tornare a casa e sono invitati a farlo. Possono continuare a muoversi i lavoratori trasnfrontalieri. Mentre fioccano le ordinanze delle altre regioni per ampliare la stretta, il governo annuncia una ordinanza di protezione civile per uniformare le norme. E per ora non c’è un obbligo di comunicare se si viene dall’area “arancione” ma solo se si viene da un’area di contagio all’estero: in quel caso si può essere posti in quarantena e sorvegliati dall’Asl che è tenuta a verificare se il viaggiatore sviluppa il virus.

Bar e negozi, sport, svaghi – Nell’area “arancione” sono chiusi gli impianti sciistici e sospesi tutti gli eventi pubblici o privati: chiusi cinema, teatri, pub, scuole da ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche, balere. Bar e ristoranti possono aprire, ma solo dalle 6 alle 18 e in tutto il Paese bar e negozi devono comunque garantire, pena sospensione dell’attività, la distanza tra i clienti di almeno un metro. Nelle province del contagio serrande abbassate nel weekend anche per i centri commerciali: uniche eccezioni per farmacie, parafarmacie e alimentari. Chiuse nelle regioni del contagio anche le palestre, i centri sportivi, le piscine, i centri termali, le spa, i centri ricreativi. E’ permesso lo sport a livello professionistico ma solo a porte chiuse.

Scuole e cultura – Chiuse fino al 3 aprile tutte le scuole e università dell’area arancione, nel resto d’Italia per ora sono ferme solo fino al 15 marzo (ma non sono escluse proroghe): stop alle gite di istruzione. In tutto il Paese si fermano, oltre ai cinema, musei e siti archeologici. Nell’area “arancione” sospesi gli esami per la patente e tutti i concorsi, tranne quelli per medici e infermieri, da svolgere preferibilmente a distanza. Per il personale sanitario sono anche sospesi i congedi e i congressi.

Matrimoni e funeraliNiente cerimonie civili e religiose: stop a matrimoni e funerali, si può andare in chiesa solo se e’ garantita la distanza di un metro tra le persone.

Le sanzioni – Sono i prefetti a vigilare sull’attuazione del dpcm, avvalendosi anche di forze di polizia ed esercito: chi trasgredisce può essere punito con l’arresto – ma non in fragranza – fino a 3 mesi e fino a 206 euro di ammenda. Chi viola la quarantena rischia il carcere per delitto contro la salute pubblica.

In tutta Italia chiunque abbia sintomi da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5 gradi centigradi, è “fortemente raccomandato”  resti a casa e contatti il proprio medico. Il divieto di muoversi e’ “assoluto” per chi sia stato messo in quarantena o sia positivo al virus. Limiti vengono confermati per l’accesso di parenti e visitatori alle strutture ospedaliere. Nelle carceri i colloqui vengono limitati i colloqui di persona e viene posto in isolamento chi presenti sintomi di Coronavirus.

E in Sicilia si aggiunge anche una ordinanza del Presidente della Regione che pone altri limiti come l’obbligo di quarantena per chi negli ultimi 14 giorni è stato nelle “zone rosse”. I territori di provenienza coinvolti sono quelli inseriti nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri: tutta la regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia, oltre alle zone a rischio epidemiologico, così come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Tutti coloro che siano anche semplicemente transitati in tali aree devono comunicarlo al proprio Comune, al dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio, nonché al proprio medico. E hanno l’obbligo, altresì, di: osservare la permanenza domiciliare con isolamento fiduciario per 14 giorni dall’arrivo; divieto di contatti sociali, di spostamento e di viaggi; rimanere raggiungibili per ogni eventuale attività di sorveglianza.
Il dipartimento regionale della Protezione civile disporrà presso gli imbarcaderi di Messina due tende per i fabbisogni sanitari. Il mancato rispetto delle disposizioni comporterà le conseguenze previste dall’articolo 650 del Codice penale, compreso l’arresto fino a tre mesi.

Per poter consentire i controlli, i concessionari di servizi di trasporto aereo, ferroviario e navale dovranno comunicare alle forze dell’Ordine, alla task-force della presidenza della Regione, ai Comuni e alle Asp competenti per territorio, i nominativi dei viaggiatori, con destinazione aeroporti, porti e stazioni ferroviarie della Sicilia.
Prevista anche la chiusura di piscine, palestre e centri di benessere.

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