Gli operatori della sanità vengono mandati in prima linea senza le protezioni assicurate dalla normativa che obbliga il datore di lavoro ad assicurare la sicurezza dei dipendenti, valutando tutti i rischi per la loro salute e ad adottare le misure di prevenzione e protezioni idonee a ridurre il rischio”. È l’appello di Sandro Idonea, segretario regionale della Fials-Confsal, che in una lettera inviata all’assessorato alla Salute, ai direttori delle Asp e alla Seus 118, sollecita azioni urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro del personale in occasione dell’emergenza Covid-19.

Idonea ricorda “l’immagine dell’infermiera del pronto soccorso dell’ospedale di Cremona, con la testa reclinata sul tavolo di lavoro, sopraffatta dalla stanchezza”, e richiama la protesta dei lavoratori dell’ospedale di Partinico per la mancanza di presidi e di tutela e di salvaguardia della salute”. Per Idonea, “lungi dal volere strumentalizzare la grave situazione di emergenza, lamentiamo una grave mancanza di attenzione e di considerazione nei confronti degli operatori della sanità della Sicilia, impegnati, in prima linea, nella dura battaglia che il paese sta combattendo”.

Il segretario della Fials chiarisce che “se è vero, com’è vero, che la carenza di mascherine, guanti, tute, ecc…, non è imputabile a nessuno, è necessario che aziende sanitarie e Seus 118 dovranno assicurare l’applicazione dei protocolli di sicurezza anticontagio dei lavoratori, sia negli ambienti di vita, che in quelli di lavoro., oltre alla necessaria formazione e all’aggiornamento continuo. In tal senso, non ci risulta che, in Sicilia, come nel resto del Paese, sia stato fatto il massimo sforzo al riguardo. Basta pensare agli operatori della sanità in quarantena, costretti a vivere in casa in ambienti separati dal resto della famiglia, per rendersi conto della vastità del dramma dei diretti interessati, i quali , tra l’altro, hanno la più alta possibilità di contagio e di decesso nell’attuale pandemia. Conoscendo la sensibilità dell’assessore Razza, ci aspettiamo, nel limiti e nel rispetto delle leggi nazionali, atti di apprezzamento concreto e tangibile nei confronti dei dipendenti della sanità e, soprattutto, precise direttive alle Direzioni generali delle aziende per essere vicine a chi lavora nell’emergenza, non lesinando i necessari supporti economici”.