- Covid19, l’importanza della vaccinazione per contrastare la malattia
- L’intervista al dottor Giovanni Fazio che si occupa di long Covid19 e parla anche degli antivirali
- Il medico rassicura circa la vaccinazione dei bambini
Antivirali specifici, l’utilizzo su larga scala del vaccino, le conoscenze mediche sempre più approfondite, specialisti in grado di lavorare in equipe per contrastare i possibili effetti del long covid su alcuni pazienti che sviluppano una patologica sistemica complessa e un supporto di medicina territoriale più capillare.
Il dottor Giovanni Fazio si occupa della sindrome long Covid19
E’ questa la frontiera della lotta al Covid 19 per il dottor Giovanni Fazio, professore di clinica medica all’università Jean Monet di Lugano e direttore del dipartimento di cardiologia, medicina, angiologia e lungodegenza della Casa di cura Triolo Zancla dove, con un gruppo di colleghi, da inizio pandemia, si occupa dei malati covid che hanno sviluppato una cronicizzazione dell’infezione, la sindrome long Covid.
Proseguono gli studi e le ricerche
“Il futuro – spiega il cardiologo, 43 anni, due figli piccoli, uno dei quali oggi compie 12 anni e che ha già eseguito il vaccino nello stesso giorno del suo compleanno – è rappresentato sicuramente dagli antivirali. Le grandi case farmaceutiche che hanno prodotto il vaccino, dalla Pzifer alla Merck fino ad Astrazeneca, stanno lavorando alla messa a punto di farmaci specifici che presto arriveranno sul mercato e saranno in grado di bloccare la replicazione del virus nell’organismo. Questa sarà la vera svolta nella cura del Covid e ormai siamo vicini alla meta. Sono stati fatti tanti studi, la Merck ad esempio, aveva testato un farmaco che però produce effetti pesanti sul fegato. Ma siamo sicuri che a breve troveremo l’antivirale giusto”.
La pandemia e i vaccinati
Come mai la pandemia non arretra nonostante l’alto numero dei vaccinati?
“I vaccini hanno un ruolo importantissimo nel contenimento degli effetti dell’infezione. Agiscono da potenti desensibilizzatori del nostro sistema immunitario che quando incontra il patogeno, in alcuni casi, produce una reazione esagerata all’infezione scatenando delle tempeste citochimiche responsabili delle trombosi e delle embolie. Il covid può provocare la polmonite ma abbiamo scoperto che nei casi più gravi e dopo 10-15 giorni dall’infezione, si può sviluppare una patologia sistemica più complessa a causa della reazione spropositata del sistema immunitario”.
Vaccinarsi per ‘allenare’ il sistema immunitario
Come si interviene per evitare tutto questo?
“Prima di tutto vaccinandosi. Di fatto con il vaccino alleniamo il nostro sistema immunitario a riconoscere il patogeno e a non sviluppare una reazione esagerata se mai dovessimo infettarci. Dunque potremmo contrarre il covid, ma gli effetti saranno contenuti. Nei casi più gravi, per i non vaccinati, rimane fondamentale una terapia con utilizzo di cortisone e di eparina. Farmaci che, se somministrati al momento giusto, sono in grado di inibire reazioni più complesse. Rimane un dato: il 22%, 29% degli infetti soffre della patologia di long Covid. Ed è proprio di questi pazienti che ci occupiamo alla Casa di cura Triolo Zancla. Purtroppo però per loro non abbiamo ancora terapie mirate. L’esperienza è ancora limitata e gli studi sono ancora in una fase iniziale. Alcuni pazienti sono trattati con integratori vitaminici tra cui la Vitamina C e la bioargina, ad altri viene somministrata la vitamina D. Ma il long covid resta una patologia cronica che può protrarsi anche per parecchi mesi”.
La correlazione genetica
Esiste un dato scientifico che ci permette di individuare quei pazienti che rischiano di sviluppare una infezione più severa?
“Gli studi ci dicono che c’è una correlazione genetica tra alcuni gruppi di individui che hanno un particolare interferone maggiormente reattivo alla presenza di agenti esterni. Ecco, anche questa è una strada, gli studi in questa direzione ci diranno molto su come aiutare i nostri pazienti”.
La campagna vaccinale per i bambini
Oggi si apre la campagna vaccinale per i bambini. Lei vaccinerà i suoi bambini?
“Oggi mio figlio compie 12 anni e noi abbiamo prenotato il vaccino. È indispensabile che anche i bambini siano vaccinati. All’ospedale dei bambini ci sono piccoli ricoverati con encefalite o miocardie da covid. Dobbiamo evitare anche questo. I vaccini sono sicuri e nella situazione in cui ci troviamo, dobbiamo entrare nella logica di una lunga convivenza con questo virus che, come abbiamo visto, con la variante Omicron, è in grado di mutare molto velocemente. Quindi vaccinare anche i più piccoli è una strada da percorrere”.
La variante Omicron
Questa variante è ancora un mistero?
“Alcuni studi avanzano l’ipotesi che si sia trasmessa di nuovo dagli animali all’uomo perché le mutazioni rispetto al virus Delta sono state troppe e si sono sviluppate troppo in fretta. Dunque, secondo un’ipotesi che prende sempre più forza, Omicron è passata ancora dagli animali all’uomo. Il vaccino rimane una grande conquista, ma il futuro è affidato agli antivirali che ci permetteranno di curare i malati a casa con una medicina del territorio capillare ed organizzata”.
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