“Nessuna certezza sugli aiuti annunciati, con chiusure che vanno verso i tre mesi e perdite economiche che decreteranno la fine di molte attività. In una città come Palermo, in cui i commercianti stavano già da anni lottando con tutte le proprie forze contro la crisi economica, siamo ormai vicini al disastro: il Dpcm prolunga un lockdown che per le imprese del Sud rischia di trasformarsi in una chiusura definitiva. Si tratta delle stesse imprese su cui si basa la nostra economia, fatta anche di piccole realtà che oggi non possono essere lasciate indietro”.

A dichiararlo è Francesca Costa, presidente di Confesercenti Palermo, che aggiunge: “Per questo ci rivolgiamo alle istituzioni regionali, ma anche all’amministrazione comunale che deve prendere in considerazione, oggi più che mai, le esigenze delle medie e piccole imprese, a partire dalla richiesta dell’annullamento delle imposte comunali, come abbiamo già evidenziato pochi giorni fa. Le attività sono pronte a ripartire in tutta sicurezza, rispettando i protocolli che abbiamo sottoscritto e che abbiamo condiviso sin dall’inizio. Ai nostri associati – prosegue Costa – Confesercenti ha già distribuito migliaia di mascherine e ulteriori misure di sicurezza saranno adottate per riavviare ogni attività nell’ottica di tutelare la salute dei dipendenti e dei clienti. Dal Turismo al Commercio e fino all’Artigianato, nessun settore può ancora attendere – sottolinea Costa – e già a livello nazionale la nostra associazione ha predisposto ipotesi specifiche per ogni categoria. E’ necessario valutare una differenziazione territoriale in base al rischio del contagio, e tutelare il tessuto economico locale, evitando di agevolare ancora una volta le vendite on line che già da tempo danneggiano le imprese cittadine. Le misure per contrastare l’emergenza sanitaria devono camminare insieme a quelle per l’economia interna, evitando allo stesso tempo che il disastro diventi una realtà”.

È davvero paradossale che, alla luce di comportamenti civicamente ineccepibili dei tantissimi artigiani siciliani, motore e volano dell’economia dell’Isola, si imponga loro di mantenere ferme le proprie attività con il serio rischio di vedere vanificati anni di sacrifici e di lavoro. Non è possibile pensare che parruccherie, barberie e centri estetici possano ancora tenere abbassate le saracinesche, con il serio rischio di fallimento per le loro imprese”.

È quanto scrive il presidente di Unicoop Sicilia, Felice Coppolino, in una lettera, inviata al presidente della Regione, Nello Musumeci e al Prefetto di Palermo, Antonella De Miro, nella quale chiede l’apertura in Sicilia delle attività, quali parrucchieri, barbieri e centri estetici, il 4 maggio prossimo.
“Musumeci deve con proprio atto – scrive Coppolino – così come fatto in altri analoghi casi, avviare senza indugi l’apertura per il 4 maggio prossimo di tutte le attività di cura e benessere della persona, quindi parrucchieri, barbieri e centri estetici, salvando così dalla povertà migliaia di lavoratori”. “Questi artigiani ed imprenditori, di cui molti riuniti in cooperative, fidando nell’attesa di una rapida riapertura delle proprie attività e consapevoli della messa in sicurezza dei propri locali, si sono già rivolti a professionisti del settore per definire procedure e modalità di accoglienza dei clienti in piena sicurezza. E hanno dato, anche, la loro disponibilità per un confronto costruttivo con le istituzioni, al fine di verificare l’efficacia delle procedure adottate per il contenimento del contagio da Covid19”