In Sicilia nella settimana 15-21 settembre si registra una performance in miglioramento per i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti (419) e si evidenzia una diminuzione dei nuovi casi (-27,9%) rispetto alla settimana precedente. Sopra soglia di saturazione i posti letto in area medica (17%) mentre sono sotto soglia di saturazione i posti letto in terapia intensiva (10%) occupati da pazienti COVID-19. Lo dice il report della Fondazione Gimbe.

Crolla numero nuovi vaccinati

La popolazione che ha completato il ciclo vaccinale in Sicilia è pari 62,7% (media Italia 69,8%) a cui aggiungere un ulteriore 5,9% (media Italia 5,2%) solo con prima dose; la popolazione over 50 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari a 15,9% (media Italia 10,5%); la popolazione 12-19 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari a 39,4% (media Italia 32,1%). Sicilia terzultima per numero di vaccinati.

In Italia, “a fronte di scorte che superano le 10 milioni di dosi, crollano i nuovi vaccinati, che in sole due settimane vedono una riduzione del 41% con solo poco più di 486.000 prime dosi effettuate dal 15 al 21 settembre. L’esitazione vaccinale persiste negli over 50 e frena la vaccinazione nella fascia 12-19 anni”.

L’elenco dei nuovi casi dell’ultima settimana suddivisi per provincia, dice Gimbe, sono: Siracusa 146; Catania 116; Messina 91; Trapani 88; Ragusa 77; Caltanissetta 73; Palermo 59; Enna 55; Agrigento 38.

I dati complessivi

A livello nazionale, scendono ancora i nuovi casi (-14,9%), ricoveri ordinari (-5,5%) e terapie intensive (-6,9%), stabili i decessi.

«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – si conferma il calo dei posti letto occupati da pazienti COVID-19: rispetto alla settimana precedente scendono del 5,5% in area medica e del 6,9% in terapia intensiva». A livello nazionale il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), seppur con notevoli differenze regionali (figura 5): per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Calabria (18%) e Sicilia (17%); per l’area critica nessuna Regione supera la soglia del 10%.

Scuole e variante Delta: misure insufficienti per limitare i contagi

«Si parla tanto di scuola – spiega Cartabellotta – ma lo si fa in modo generico, senza considerare che i vari interventi per minimizzare la circolazione del virus non possono essere applicati indiscriminatamente in tutte le tipologie di scuole, ciascuna delle quali richiederebbe un piano di prevenzione su misura, considerando soprattutto la maggiore contagiosità della variante delta tra bambini e adolescenti. In particolare non disponiamo di vaccini autorizzati sotto i 12 anni, l’obbligo di mascherine vige solo a partire dalla scuola primaria e il distanziamento non è realisticamente applicabile nei nidi e nella scuola dell’infanzia»

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