“Le unità speciali per contrastare il coronavirus, le Usca, non prevedono la figura dell’infermiere. Prevedono dei “soggetti” a vario titolo che nei fatti vengono individuati tra gli infermieri che finiscono per svolgere altre mansioni”. Lo segnala il Nursind Sicilia che in una nota all’assessorato alla Salute chiede di “fornire con una nota una chiara interpretazione non certo assoggettata alle interpretazioni delle direzioni strategiche, che hanno introdotto la figura infermieristica, infermieristica/autista e raccoglitore di dispositivi di protezione dismessi”.
Il Nursind chiede inoltre che “da parte delle Direzioni strategiche sarebbe interessante capire ruolo, funzioni ed economie per il personale infermieristico impegnato all’interno dell’Usca, saranno attivate le prestazioni aggiuntive? Sarà riconosciuto l’indennità di riferimento? Sarà fatto un bando di partecipazione volontaria come successo per i medici? Sono stati mobilitati gli infermieri e quindi carenti i servizi dove prima erano assegnati? Si è proceduto ad assunzioni a tempo determinato? Si è proceduto ad assunzioni con pagamento orario e partita iva a 12,77€/ora? Tutto questo appartiene ad una informativa sindacale e ad un programmazione seria e fattiva da parte di chi gli infermieri dovrebbe tutelarli e soprattutto nel rispetto delle regole che il legislatore ha messo in essere”.
Lo stesso sindacato circa un mese aveva segnalato l’importanza della figura dell’infermiere e della necessità di incrementi di personale e dei necessari dispositivi di protezione a loro tutela. Claudio Trovato, coordinatore regionale del Nursind, aveva detto che “gli infermieri sostengono e sosterranno il sistema per far fronte all’emergenza e al picco che arriverà nei prossimi giorni e che deve farci trovare tutti pronti sul fronte assistenziale e di protezione e sicurezza sul lavoro. Chiediamo alle istituzioni regionali i dispositivi di protezione individuali a norma di legge poiché rappresentano l’unica vera barriera nei confronti del contagio per gli operatori sanitari che operano sul campo. Questo appello deve essere interpretato come segno di dialogo, di costruzione, di responsabilità ed anche come spirito critico che fa parte ed è sale delle democrazie più avanzate. Ecco perché, non avendo contezza di quanti operatori a livello regionale del sistema sanitario regionale sono contagiati, auspichiamo che si tenga conto anche di questo dato per reclutare personale a sufficienza”.
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