Arrivano critiche alla Regione dalle sigle sindacali Uil, Cobas-Codir e Ugl sul tema della gestione dei beni culturali in Sicilia. Secondo i sindacati all’interno dei palazzi vige la confusione. Da una parte il presidente della Regione che, al fine di evitare il proliferare del contagio, invita a restare ancora a casa e a puntare sui tour virtuali dei beni culturali siciliani, descrivendo in un’intervista anche la bontà di un’applicazione, “Sicilia Archeologica”, che dovrebbe portare i visitatori in giro tra i 14 parchi siciliani e gli itinerari subacquei portati alla luce della Soprintendenza del Mare, nonché i tour virtuali di Google e CoopCulture, fino ad arrivare alle immagini disponibili sul sito di AditusCulture; dall’altra parte il dirigente generale del Dipartimento Beni Culturali che, invece, con le sue dichiarazioni sembra scalpitare per aprire le aree archeologiche siciliane più importanti per metterle a reddito.
Lo sostengono Michele D’Amico e Simone Romano del Cobas/Codir, Luca Crimi della Uil Fpl, Ernesto Lo Verso dell’Ugl-Fna. I tre sindacati del pubblico impiego regionale, già nei giorni scorsi, avevano scritto all’Amministrazione regionale per chiedere di cambiare atteggiamento e, adesso, in mancanza di rassicurazioni, evidenziano che “siamo nella fase nella quale gli organi nazionali preposti non si sono ancora espressi sulle misure di sicurezza da adottare per la riapertura dei siti culturali, dove in molte di queste aree archeologiche i dispositivi personali individuali di sicurezza dati in dotazione al personale sono ancora insufficienti e il rapporto positivi al Covid 2019/tamponi supera ancora il 4%”.
“Come Uil, Cobas/Codir e Ugl – affermano i sindacalisti – abbiamo il dovere morale, normativo e contrattuale di stabilire con il datore di lavoro (che è obbligato a contrattare con i sindacati) le linee di indirizzo e i criteri generali per l’individuazione delle misure concernenti la salute e la sicurezza sul lavoro. In questo caso più che in altre occasioni ordinarie.”
“Pertanto invitiamo – scrivono in una nota congiunta i tre sindacati Uil, Cobas/Codir e Ugl – il Presidente della Regione, anche nella qualità di assessore al ramo, a dettare le linee di indirizzo governative sulla riapertura dei siti della cultura e il dirigente generale del dipartimento Beni culturali, successivamente all’indirizzo politico ricevuto dal Governo Regionale, immediatamente a convocare i sindacati, anche in teleconferenza, per stabilire il percorso più idoneo da seguire per salvaguardare l’incolumità del personale addetto alla vigilanza e fruizione del patrimonio culturale siciliano, senza farsi prendere dalla frenesia di dovere far prevalere la logica del profitto gestionale e del denaro a tutti i costi, ancor prima della sicurezza e della salute dei lavoratori stessi.”
“Chiediamo infine – concludono le organizzazioni sindacali – al presidente della Regione Siciliana, anche nella qualità di assessore regionale ai Beni Culturali di avviare un’immediata stagione di confronto per rilanciare investimenti e ammodernamento dell’amministrazione tendente a qualificare, in termini di immagine, l’intero sistema dei beni culturali siciliani e la qualità delle condizioni lavorative di tutto il personale: necessita anche l’immediata riclassificazione del personale, nonché un piano occupazionale che, da una parte, tenda a colmare le numerosissime carenze dell’organico e, dall’altra, doti le nuove strutture di personale altamente specializzato. Senza un serio piano occupazionale e di riclassificazione del personale già in servizio – concludono UIL, Cobas/Codir e Ugl – il sistema dei beni culturali sarà prossimo al default già a partire dal prossimo anno”.
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