Nuova impennata di casi al Sud e in Sicilia di Covid19. Il virus circola ancora, e così compaiono le code di ambulanze a Palermo, le code per i tamponi intorno alla Fiera del Mediterraneo e risalgono, sia pur di poco, i ricoveri in terapia intensiva e i positivi totali. Ma la pandemia non è affatto finita. Lo conferma Baldo Renda, direttore dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale “Cervello” di Palermo.

Nuovo incremento di pazienti nell’ultima settimana

A BlogSicilia Renda spiega: “Avevamo avuto nei mesi precedenti, a gennaio e febbraio, un calo del numero dei pazienti in terapia intensiva. Erano arrivati anche a 7. Adesso, nell’ultima settimana, abbiamo registrato un nuovo incremento. Attualmente siamo a 13 pazienti, siamo stabili su questi valori. Non riusciamo quasi mai a scendere sotto i 10, in media ci sono 13-14 pazienti ricoverati in reparto”.

Condizioni critiche, pazienti non ancora vaccinati

Ma esiste un ‘identikit’ tipo del paziente ricoverato? Renda prosegue: “I nostri pazienti sono tutti in condizioni critiche. Sono prevalentemente intubati e abbiamo una buona percentuale di pazienti non ancora vaccinati, che sono la maggior parte.
Però in questo momento lavoriamo anche con pazienti che sono qui per altri motivi ma sono anche risultati positivi al Covid19″.

Due anni di pandemia

Due anni esatti di pandemia. Sono stati anni duri e il direttore di Anestesia e Rianimazione del Cervello lo conferma: “Sono due anni che fronteggiamo questa emergenza, il Cervello è un centro di riferimento per i pazienti Covid19. Abbiamo avuto dei momenti di difficoltà, soprattutto all’inizio, per approntare le nuove misure e i ‘percorsi’ in reparto. Sono stati anni pesanti, speriamo anche noi di poterne uscire presto”.

I contratti in scadenza il 31 marzo

Al momento, come spiega Renda, all’ospedale Cervello le terapie intensive sono due: “Ciascuna è dotata di 8 posti, quindi abbiamo un totale di 16 posti letto. Noi ci avvaliamo del supporto fondamentale di colleghi anche specializzandi che stanno dando una grossa mano di aiuto, però il loro contratto è in scadenza il 31 marzo, quindi se non verranno rinnovati è chiaro che noi dovremo limitare necessariamente il numero dei posti letto. Dovremo dimezzarli”.

La mancanza di anestesisti

C’è poi da affrontare il problema della mancanza di anestesisti. Renda parla anche di loro: “Abbiamo una carenza che è stata fronteggiata in questi anni con il supporto fondamentale di questi ragazzi specializzandi ma ripeto, hanno un contratto che è in scadenza il 31 marzo. Speriamo che venga rinnovato perché abbiamo necessità assoluta del loro aiuto, se non ci dovesse essere il rinnovo dovremo provvedere con la riduzione dei posti letto”.

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