Sono giorni di caos nel mondo della scuola a causa del Covid19 e si continua a dibattere se sia opportuno o meno far tornare i ragazzi in classe.

Tar si pronuncia sulle ordinanze dei sindaci

Intanto il Tar è chiamato a pronunciarsi sulle ordinanze dei sindaci che hanno disposto la chiusura delle scuole. Il Presidente del Tar della Sicilia Salvatore Veneziano ha accolto l’istanza cautelare presentata contro l’ordinanza numero 9 del 14 gennaio 2022 firmata dal sindaco di Agrigento che dispone una nuova chiusura dal 15 gennaio fino al 24 gennaio delle attività didattiche in presenza. Genitori disorientati e classi, certamente non piene di studenti, anche a Siracusa, dove è stato disposto il rientro in classe a seguito della decisione del Tar di Catania di sospendere l’ordinanza del sindaco che prevedeva la chiusura delle scuole, dal 13 al 19 gennaio, e l’adozione della Didattica a distanza, la famigerata Dad.

Si torna a scuola anche a Palermo

La campanella stamattina è suonata anche nelle scuole palermitane. Ci siamo recati, come documenta il video che vi proponiamo, al liceo linguistico statale “Ninni Cassarà” del capoluogo siciliano incontrando la dirigente scolastica, Daniela Crimi.

Studenti molto attenti

Dice la preside ai nostri microfoni: “Stamattina sono passata da tutte le classi, ho salutato i ragazzi, sono stati molto bravi perché noi li avevamo avvisati di portare la mascherina Ffp2 e loro sono stati molto attenti perché sono venuti tutti minuti della necessaria mascherina. Hanno tranquillamente ripreso l’attività in presenza”.

La posizione del sindaco e il pronunciamento del Tar

Il sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, nei giorni scorsi, condividendo le preoccupazioni dei sindaci siciliani, aveva emanato un’ordinanza di chiusura delle scuole della città, sospesa il 14 gennaio con pronunciamento del Tar di Palermo.
Commenta la preside Crimi: “Io non entro nel merito di quelle che sono decisioni e competenze che non appartengono all’autonomia scolastica. Su questa questione si esprimono il Ministero e gli organi competenti. Io sono a scuola per garantire il servizio, in qualsiasi modo decidano gli organi competenti. E’ stato deciso di riprendere le attività in presenza e noi come scuola siamo stati pronti fin dal primo momento. C’è l’impegno massimo di dirigenti scolastici, insegnanti e tutto il personale”.

Lo stato d’animo degli studenti

Ma quale è lo stato d’animo degli studenti? La preside non ha dubbi: “Ho incontrato gli studenti stamattina, li ho trovati molto sereni e anche contenti di riprendere l’attività in presenza”.

Intanto protesta a Catania

Ci sono studenti, però, che non ci stanno. Accade a Catania, dove, nella notte, gli studenti e le studentesse del Fronte della Gioventù Comunista hanno affisso davanti all’ufficio scolastico regionale uno striscione di protesta contro la riapertura delle scuole. Nello striscione si legge: “Rientro forzato, contagio assicurato”.
In una nota, gli organizzatori della protesta spiegano le loro ragioni: “Gli studenti e le studentesse sanno bene che la DAD non è la soluzione, e che l’unico modo per garantire a tutti un rientro a scuola veramente in sicurezza sia predisporre tamponi e mascherine ffp2 gratis per gli studenti e i lavoratori della scuola, avviare un serio tracciamento dei contagi e implementare il trasporto pubblico per assicurare il distanziamento sui mezzi”.

Il diritto allo studio e il diritto alla salute

Dicono gli studenti: “Siamo entrati nel terzo anno di pandemia e l’approccio emergenziale del governo non è più tollerabile. In tutta Italia tanti studenti si stanno già mobilitando per conquistare il rientro in sicurezza. Anche a Catania ci attiveremo nelle prossime settimane e lotteremo perché il diritto allo studio e il diritto alla salute di nessuno studente vengano calpestati”.

“Estremo disagio e pericolo”

“Migliaia di studenti a Catania e provincia – si legge ancora nella nota – torneranno tra i banchi in una condizione di estremo disagio e pericolo data la crescita esponenziale dei contagi. Sebbene in queste settimane il ministro dell’istruzione Bianchi si sia detto più volte soddisfatto del lavoro svolto per un rientro in sicurezza, gli studenti sono coscienti di come la realtà dei fatti sia ben diversa dalla narrazione favoleggiante del governo. Basterebbe soltanto dare un’occhiata ai dati per accorgersi della concretezza delle preoccupazioni degli studenti: nell’anno scolastico 2020/2021 i focolai a scuola sono stati 13.410 con più di 216.000 studenti contagiati e 1,4 milioni in quarantena”.

Le scuole alla ricerca di insegnanti supplenti

Con la riapertura delle scuole, bisogna trovare i supplenti per gli insegnanti assenti perché contagiati o in quarantena. Telefoni incandescenti, questa mattina, come vi abbiamo raccontato, per gli insegnanti iscritti nelle graduatorie di supplenza. Molti di loro hanno ricevuto anche 5 o 6 convocazioni telefoniche o tramite email da parte di scuole diverse. Una insegnante supplente palermitana di nome Anna ha rifiutato tutte le supplenze che le sono state proposte. A BlogSicilia ha spiegato i motivi della sua scelta: “Anche se a malincuore ho rifiutato perché ho timore del contagio. Secondo me non è il momento opportuno per tornare in classe. Ho due bambini piccoli e intendo tutelarli. Ho paura di contrarre il Covid19 a scuola è ‘portarmelo’ a casa. Condivido la preoccupazione dei sindaci e di molti genitori che oggi hanno scelto di non mandare i figli a scuola. A mio avviso, almeno altre due settimane di didattica a distanza sarebbero state la scelta più saggia”.

 

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