Resta stabile dentro un quadro di contenimento ormai consolidato il contagio da Covid19 in Sicilia. A distanza di 48 ore dall’ultimo report ufficiale la regione siciliana rilascia un nuovo rapporto sull’andamento dell’epidemia nell’Isola che riguarda le ultime 48 ore e che mostra numeri assolutamente sovrapponibili a quelli delle ultime settimane. Nonostante gli episodi di contagio noti di questi due giorni e qualche allarme forse un po’ sopra le righe; nonostante l’episodio del contagiato di Arezzo a spasso per Palermo e del contagio anche del figlio, il rapporto fra tamponi e nuovi contagiati resta simile anche se è basso il rapporto fra malati e guariti nell’Isola

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, negli ultimi due giorni (16-17 giugno) aggiornato alle ore 15 di oggi, in merito all’emergenza Covid19, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 184.412 (+4.085 rispetto a lunedì 15 giugno), su 154.287 persone: di queste sono risultate positive 3.462 (+4), mentre attualmente sono ancora contagiate 805 (-0), 2.377 sono guarite (+4) e 280 decedute (0).

Degli attuali 805 positivi, 28 pazienti (-6) sono ricoverati – di cui 3 in terapia intensiva (-1) – mentre 777 (+6) sono in isolamento domiciliare.

Nel complesso, in una situazione stabile, l’attenzione si focalizza sull’indagine relativa alla siero prevalenza che riguarda 120 comuni dell’isola e circa 11 mila siciliani. una indagine che serve a conoscere meglio il virus e a scovare i positivi asintomatici per meglio affrontare la questione sanitaria non solo oggi ma in generale anche in vista dell’autunno e della temuta nuova ondata che è tutt’altro che certa. Oggi l’assessore Razza ha lanciato un appello ai siciliani chiamati a questo esame a campione perché rispondano all’invito a sottoporsi al test nell’interesse collettivo oltre che personale.

L’indagine, in collaborazione con Istat e Cri su proposta dell’Associazione italiana di epidemiologia, coinvolge anche i medici di medicina generale e i pediatri. Lo studio, infatti, punta a caratterizzare le differenze tra generi, fasce d’età e sociali per comprendere al meglio le caratteristiche epidemiologiche a seconda dei territori del Paese; servirà inoltre a individuare le coorti target di una possibile vaccinazione, ovviamente quando essa sarà disponibile.

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