Sono 6.099 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 31.025  tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 2.516. Il tasso di positività sale al 19,6% ieri era al 14,4%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

L’isola è al settimo posto per contagi. Gli attuali positivi sono 233.395 con un incremento di 3.293 casi. I guariti sono 3.919 mentre le vittime sono 24 portano il totale dei decessi a 9.767.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero sono 941 ricoverati con 16 casi in più rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 59, sei casi in meno rispetto a ieri.

La situazione nelle singole province

Questi i dati del contagio nelle singole province Palermo con 1.349 casi, Catania 756, Messina 1.385, Siracusa 702, Trapani 487, Ragusa 662, Caltanissetta 452, Agrigento 1.244, Enna 179.

Agenas, occupazione reparti al 13% ma cresce in 10 regioni

Un anno fa, in Italia, continuava a salire, toccando il 38%, l’occupazione dei posti nei reparti di area non critica da parte di pazienti Covid. Attualmente è invece stabile al 13%, a livello nazionale, ma a livello giornaliero cresce in 10 regioni: Calabria (al 29%), Campania (14%), Liguria (16%), Lombardia (8%), Marche (16%), Molise (14%), Sardegna (20%), Sicilia (23%), Toscana (13%), Umbria (25%). Anche l’occupazione delle intensive è stabile al 5% a livello nazionale, mentre esattamente un anno fa era in crescita, arrivando a quota 34%. Lo indicano i dati (Agenas) del 14 marzo 2022, confrontati con quelli del 14 marzo 2021.

Un anno fa in crescita a 38%. Intensive a 5%, un anno fa 34%

Nel dettaglio, in base al monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, rispetto al 13 marzo 2022, l’occupazione di posti letto in terapia intensiva da parte di pazienti con Covid-19 cala in Puglia (5%), mentre cresce in Basilicata (3%). E’ invece, stabile in 19 regioni o province autonome: Abruzzo (al 7%), Calabria (7%), Campania (5%), Emilia Romagna (al 6%), Friuli Venezia Giulia (5%), Lazio (8%), Liguria (6%), Lombardia (4%),Marche (5%),Molise (5%), Pa Bolzano (2%), Piemonte (4%), Pa Trento (2%), Sardegna (9%), Sicilia (8%), Toscana (7%), Umbria (6%), Valle d’Aosta (3%) e Veneto (3%). L’occupazione dei posti letto nei reparti ospedalieri di area medica (detta ‘non critica’) da parte di pazienti con Covid-19 scende in Basilicata (al 23%) e Valle d’Aosta (12%) mentre e’ stabile nelle restanti 9: Abruzzo (al 20%),Emilia Romagna (12%), Friuli Venezia Giulia (11%), Lazio (16%), Pa di Bolzano (10%), Pa Trento (7%), Piemonte (9%), Puglia (19%) e Veneto (7%).

Covid: troppo frammentati dati tracciamento in Italia

In Italia i dati sul tracciamento Covid sono stati raccolti in formati differenti e questo ha allungato i tempi di analisi e creato diverse incongruenze nella raccolta E’ la valutazione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) dopo aver esaminato il tracciamento in Spagna, Irlanda e Italia. Per la Penisola, “poiché i dati provenivano da piattaforme/sistemi digitali differenti – si legge nel rapporto – la gestione dei dati ha richiesto tempo per armonizzare i dati prima di iniziare l’analisi”. I dati sui casi erano di buona qualità, prosegue l’Ecdc, ma “i dati sui contatti spesso includevano solo dati demografici e nessuna ulteriore informazione”. Dalla diversità di piattaforme, scrive l’Ecdc, discendono “incongruenze nei dati” e difficoltà per “la raccolta di dati completi e armonizzati a livello nazionale”. L’Ecdc fa gli esempi delle situazioni specifiche esaminate. Per Regione Molise e l’Azienda Sanitarie Locale di Reggio Emilia, “i dati relativi a casi e contatti sono stati inviati direttamente dalle istituzioni in formato foglio elettronico”. Mentre i “dati delle ASL di Cosenza e Chieti sono stati acquisiti tramite Go.Data”. Simili rilievi sono mossi alla Spagna. In tutti e tre i Paesi, inoltre, “i sistemi di tracciamento sono stati sopraffatti in varie fasi durante la pandemia – scrive l’Ecdc – il che ha influito sui dati raccolti”.

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