Sono 782 i nuovi casi di Covid19 registrati nell’isola a fronte di 15.193 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 1.208. Il tasso di positività sale al 5,1% ieri era al 4,7%. L’isola è, al settimo posto per contagi, al primo posto c’è il Veneto con 2.096 casi, al secondo l’Emilia Romagna con 1.828 casi, al terzo il Lazio con 1.470 casi, al quarto la Lombardia con 1.339 casi, al quinto il Piemonte con 1.227 casi e al sesto la Campania con 992 casi.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

Gli attuali positivi sono 16.504 con un aumento di 486 casi. I guariti sono 291 mentre le vittime sono 5 e portano il totale dei decessi a 7.287.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero sono 450 ricoverati, con 15 casi in più rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 52, quattro casi in più rispetto a ieri.

La situazione nelle singole province

Sul fronte del contagio nelle singole province Palermo con 149 casi, Catania 349, Messina 73, Siracusa 30, Ragusa 20, Trapani 83, Caltanissetta 25, Agrigento 38, Enna, 15.

Primo caso di variante Omicron in Sicilia

Primo caso di variante Omicron in Sicilia. Lo annuncia il presidente della Regione Nello Musumeci. “Nei laboratori regionali del Cqrc di Palermo – si legge in una nota – è stato sequenziato, anche in Sicilia, il primo caso di variante Omicron. Non è una sorpresa e a questo era predisposto il nostro sistema di sorveglianza epidemiologica”.

Paziente con doppia vaccinazione, sintomi lievi

Musumeci aggiunge: “Si tratta di un uomo con doppia vaccinazione e, anche per questa ragione, solo con lievi sintomi e isolato al domicilio. La macchina della prevenzione ha provveduto a effettuare il tracciamento tempestivamente”.

“Vaccinatevi, anche con la terza dose”

Il governatore dell’isola ha quindi rivolto un invito “ancora una volta a tutti i siciliani al rispetto delle dieci cautele principali: vaccinarsi, anche con la terza dose, e adottare ogni misura di precauzione, dall’areare spesso i locali all’uso consapevole della mascherina. Non dobbiamo avere più timori – conclude – di quello che la scienza ci rappresenta, ma dobbiamo immaginare una costante crescita di contagi che le nostre condotte consapevoli possono evitare di creare condizioni di esponenziale crescita dell’ospedalizzazione. Come sempre, molto dipende da noi”.