“La pandemia ha praticamente azzerato l’operatività del trasporto aereo, determinando una crisi senza precedenti in un settore nevralgico che occupa in Sicilia quasi 5 mila lavoratori, considerando anche l’indotto. Al Governo regionale abbiamo evidenziato che le misure fin qui prese sono solo a favore delle compagnie aeree, abbandonando a se stesse le società della filiera, dalla gestione aeroportuale all’handling, dal catering alla manutenzione. Senza interventi immediati a sostengo del settore, rischiamo una catastrofe devastante”.

Lo dicono Gaetano Bonavia (Filt Cgil), Antonio Dei Bardi (Fit Cisl), Domenico De Cosimo (Ugl Trasporto aereo) e Gianluca Colombino (Legea Cisal) in una nota congiunta.

“Bisogna attuare modifiche legislative sugli ammortizzatori sociali, finanziare e modificare il regolamento del fondo di solidarietà del trasporto aereo, ristorare le aziende – continuano le organizzazioni sindacali – perché è evidente che gli strumenti ordinari non bastano a fronteggiare la crisi che viviamo, specie in un’Isola come la Sicilia. Chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo con la Regione per individuare soluzioni che mettano in sicurezza i posti di lavoro di migliaia di persone”.

Una situazione di grande crisi dunque che i sindacati denunciano da tempo.
Lo scorso 20 novembre, la situazione del trasporto aereo e dell’indotto e le sue conseguenze sul personale in questa fase di emergenza sanitaria sono stati al centro di un incontro dei sindacati con l’assessore al Lavoro della Regione siciliana, Antonio Scavone.
Per la Filt Cgil regionale è necessario “un intervento sugli ammortizzatori sociali con la sospensione calcolo termini relativi al quinquennio mobile della cigs per l’anno 2020 sospendendo il pagamento dei relativi addizionali”. Chiesto anche un decreto interministeriale che permetta di integrare il Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo (FSTA) alla cassa integrazione in deroga.

Come detto, i lavoratori del settore sono quasi 5mila e adesso attendono dal mondo politico un intervento decisivo per mettere fine ai disagi della categoria e soprattutto per poter sperare in un futuro migliore.