Appena ieri la giunta regionale di governo ha approvato le ultime proposte che erano state avanzate dall’assessore ai Beni Culturali e all’Identità siciliana Sebastiano Tusa tragicamente scomparso domenica nel disastro aereo etiope e già si parla di chi andrà a prenderne il posto.

Tusa, formalmente, risulta disperso anche per effetto di divergenze legislative fra Italia ed Europa da un lato ed Etiopia dall’altro. In quel paese, infatti, la morte presunta è un concetto giuridicamente molto diverso da quello del diritto europeo in genere e italiano in particolare.

Ma a parte tutto questo il dato oggettivo è che qualcuno dovrà andare a sedere su quella poltrona. E per quel posto si è aperta una guerra silente e silenziosa della quale nessuno fa parola ma che si sente, fragorosamente, nel chiacchiericcio dei corridoi di palazzo.

Nessuna conferma ufficiale, questo sia chiaro, né conferme potrebbero esserci in un simile momento, così delicato per la tragicità della scomparsa ma anche per gli equilibri politici siciliani. Di fatto, però, si è aperto un confronto sotterraneo nel quale Forza Italia rivendica quel posto visto che, in origine, il nome di Tusa come tecnico ‘forte’ sarebbe stato fatto proprio da Forza Italia. Musumeci, però, vorrebbe un altro tecnico in grado di stare al medesimo livello o quantomeno con l’idea di continuità rispetto al percorso avviato da Sgarbi e proseguito da Tusa.

Una persona che possa dare continuità a prescindere dal suo ‘essere un tecnico’ potrebbe essere Carmelo Briguglio, già braccio destro ‘assessoriale’ di Tusa negli ultimi mesi. Giornalista professionista e uomo di estrazione di destra (in entrambi i casi come Musumeci) già deputato all’Ars nel 1994 e assessore regionale al Lavoro dal 1996 fino al 1998 è certamente un uomo di esperienza politica ed amministrativa. Nel 2001 è stato anche eletto deputato alla Camera. L’arrivo del governo Musumeci per lui è stata una occasione di ritorno che adesso potrebbe perfino diventare occasione di tornare assessore con il gradimento del Presidente della Regione che però continua a cercare un tecnico che possa essere anche di spessore, di immagine.

Ma al ritorno di Briguglio potrebbe fare da contraltare la proposta di ritorno di Rampello a cui penserebbe l’entourage di Miccichè. Uomo Fininvest, inviato di Striscia la notizia, Rampello è siciliano di origine ed in Sicilia c’è stato nell’era di Diego Cammarata sindaco del capoluogo. Il suo è stato un forte impegno culturale durato lo spazio di una stagione. Non c’è dubbio che Rampello abbia un nome e goda di stima nel mondo culturale italiano.

Rampello è stato direttore artistico del Festino di Palermo negli anni 2000, ha seguito la realizzazione di rassegne come Kals’Art. E’ stato presidente della Triennale di Milano ma è stato anche direttore artistico del Carnevale di Venezia e curatore di mostre italiane all’Expo di Shanghai.

L’idea Rampello, però, deve fare i conti con tre difficoltà. In primo luogo la domanda è: perché mai Rampello che ha una sua collocazione sociale, professionale ed economica invidiabile dovrebbe assumersi una simile responsabilità in Sicilia? Naturalmente questa è una domanda che andrebbe fatta a lui da chi lo dovesse proporre ufficialmente, magari prima di lanciare il nome sulla piazza.

Ma gli amici di Miccichè dovrebbero, poi, vedersela con altri due aspetti: da un lato l’idea che gli alleati centristi possano rivendicare il posto (e alla luce degli accordi nazionali non sorprenderebbe) ma soprattutto dovrebbero fare i conti con il pensiero di Musumeci.

Insomma di acqua sotto i ponti ne deve passare. Al momento tutto questo resta nell’ambito del chiacchiericcio dei corridoi di palazzo. Per il resto si vedrà. A cominciare da una scelta che deve essere fatta, però. Insediare un nuovo assessore adesso o attendere che le elezioni europee siano passate?

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