“Da eroi a lavoratori dimenticati, lunedì prossimo in piazza per protesta”, lo dicono le sigle Cgil, Cisl e Uil che rappresentano una comunità di oltre duemila lavoratori del comparto tecnico e amministrativo assunti durante l’emergenza Covid. Questi lavoratori altamente professionalizzati negli ultimi anni due anni, con grande senso del dovere e al pari del personale sanitario, hanno servito il Paese mettendo in sicurezza le nostre comunità.
Il lavoro in pandemia
“Hanno garantito – si legge in una nota dei sindacati – i servizi ordinari e straordinari delle aziende, hanno contribuito al miglioramento dell’assistenza al cittadino e lavorato per una sanità pubblica, gratuita e votata all’erogazione di prestazioni di qualità. Oggi, a causa di una mancanza di strategia organizzativa e di una visione di lungo periodo – affermano i segretari regionali di Nidil Cgil, Andrea Gattuso, Felsa Cisl, Giuseppe Cusumano, e UilTemp Sicilia, Danilo Borrelli – queste professionalità rischiano di disperdersi e la macchina amministrativa della sanità di collassare nuovamente proprio con l’arrivo dei fondi del Pnrr”.
Una grande ingiustizia
I sindacati denunciano “una gravissima ingiustizia nei confronti del personale tecnico, lasciato fuori da ogni previsione sia di proroghe che percorsi alternativi per l’internalizzazione dei servizi. Non si capisce perché gli amministrativi vengano inseriti nel decreto Milleproroghe e il personale tecnico-informatico no. Non possiamo accettare disparità di trattamento”.
La protesta in piazza
Le sigle annunciano quindi che il 27 febbraio scenderanno in piazza, alle 15 davanti a Palazzo d’Orleans chiedendo la proroga di tutti i contratti in scadenza il 28 febbraio al fine di garantire la continuità lavorativa e il funzionamento dei servizi nelle aziende sanitarie, l’integrazione del personale tecnico e professionale all’interno delle procedure di stabilizzazione già previste per il personale sanitario, socio-sanitario e nella prospettiva voluta dal governo nazionale per il personale amministrativo. Le sigle chiedono anche l’impiego del personale assunto per l’emergenza Covid nelle attività ordinarie come previsto dalla direttiva assessoriale del 29/12/2022 e il reintegro di tutti i lavoratori di Messina i cui contratti, unico caso al momento in tutta la Sicilia, sono stati risolti, ingiustamente, prima della naturale scadenza.
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